La parola favola deriva dal latino fari, che significa ” dire , raccontare”.
Le origini della favola sono molto antiche, essa era comune a molti popoli del Mediterraneo e dell’Africa. Ma fu presso i Greci, tra il settimo e sesto secolo, con Esopo, che comparvero le prime favole scritte. Questo autore fu poi imitato nel mondo latino da Fedro tra il 15 a C. e il 50 d.C.
Questi autori usavano la favola come strumento per dire ciò che pensavano riguardo ad alcuni potenti, senza esporsi apertamente.
La favola è un narrazione breve, sia in versi che in prosa, con una morale , una riflessione, una regola di comportamento ecc. La morale è espressa in maniera esplicita, cioè evidente, invece, a volte in altri racconti è implicita in quanto emerge solo attraverso l’analisi della trama.
La trama è costituita da un solo episodio , il linguaggio è semplice adatto sia a bambini che ad adulti, si usano frasi brevi e molto dialogo.
I personaggi sono pochi, spesso dono solo due; quasi sempre sono animali umanizzati, ma possono messere anche umani e piante. Generalmente ogni personaggio rappresenta o un vizio o una virtù o un comportamento degli uomini.
I luoghi sono imprecisati (un bosco, una grotta ecc.) e anche il tempo è indeterminati (tanto tempo fa, un giorno ecc.).
La favola moderna però rispetto a quella classica si differenzia per alcuni aspetti:
- la trama, in genere è più complessa;
- luoghi e tempi sono un po’ più precisi;
- i personaggi sono descritti con più particolari;
- il linguaggio è leggermente più complesso;
- i dialoghi sono più articolati;
- la morale è meno evidente.
La favola è strutturata con :
- una parte iniziale dove vengono presentati brevemente i personaggi;
- una parte centrale in cui sorge un problema, una complicazione, in cui i personaggi cercano di agire e risolvere la questione;
- la parte finale spesso è tragica in quanto uno dei protagonisti muore o viene punito;
- la morale è breve ed espressa chiaramente dall’autore.