Il Trecento è caratterizzato da una profonda crisi economica dovuta da una grande carestia.
La fame è un tragico problema che interessa varie parti d’Europa. Nella metà del Trecento si aggiunge anche una grande epidemia, la peste nera, provocata dalla presenza di topi portatori del bacillo, giunti da alcune navi provenienti dal Mare Nero.
In questo periodo si cominciano a formare le grandi monarchie assolute. La chiesa conosce lo scisma che la porterà ad essere divisa in due sedi ad Avignone e a Roma con due papi differenti.
Dalla metà del secolo ai valori religiosi tipici del Medioevo si affiancano il desiderio per i piaceri materiali, quindi una maggiore attrazione verso le cose terrene.
L’uomo comincia a essere messo al centro di tutto. Un grande protagonista di questo periodo è Francesco Petrarca, egli porta un enorme cambiamento nel modo di fare poesia. Ma di questo periodo è anche Giovanni Boccaccio, il quale è molto attento alla vita cittadina, al quotidiano, in particolare di Firenze.
Petrarca, Boccaccio e Dante possono essere considerati coloro che posero le basi della nostra lingua nazionale, ma soprattutto che diedero molto valore al volgare fiorentino.
Anche la vita intellettuale non è più la stessa, prima il centro della cultura erano i monasteri, ora invece le Università, gestite da intellettuali laici.