Francesco Petrarca nacque ad Arezzo nel 1304, figlio di un notaio fiorentino. Francesco intraprese gli studi giuridici per volontà del padre, ma ben presto li interruppe prendendo gli ordini ecclesiastici minori, in modo da potersi dedicare a ciò che amava.
Per tutta la sua vita si trova a viaggiare per tante corti tra l’Italia e la Francia, diventando un poeta di corte, stipendiato, quindi si può considerare il primo letterato di professione. In tutti questi viaggi conosce mondi diversi che gli permettono di aprire i suoi orizzonti. Per tutta la vita nutrì un grande amore per i classici greci e latini, questo è il motivo per cui scrive moltissime delle sue opere in latino.
Questa attrazione per tale monde lo porta a un grande conflitto interiore poichè era anche un mondo pagano che si oppone alla sua grande fede religiosa.
Egli perfezionò la poesia lirica sia nella forma che nel contenuto, quindi può essere considerato il primo grande poeta lirico della letteratura italiana, che sarà di esempio per tutti i suoi successori.
La sua opera più importante fu il Canzoniere, scritto in volgare. Formato da 366 poesie che cantano l’amore per una donna di nome Laura, che incontrò nel 1327 e a cui dedicò tutte le sue energie.
Le poesie del Canzoniere si dividono in quelle “in vita“, cioè quando la donna era ancora viva e “in morte“, cioè dopo la morte di Laura.
La donna raccontata dal poeta non è più quella angelica del Dolce Stil Novo, ma è una donna più terrena, bella ma che nello stesso tempo può invecchiare.
Nelle sue poesie, quindi i poeta non parla più solo dell’amore per Dio ma parla anche dell’amore profano cioè di un amore terreno.
Leggendo la sua opera però ci si rende conto che al centro dei suoi scritti non c’è Laura ma l’io del poeta. Lui attraverso la donna parla di se stesso.
Petrarca negli ultimi anni della sua vita si rifugiò ad Arquà, tra i colli Euganei, dove morì nel 1374.