Alessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785 e morì nella stessa città nel 1873. Figlio del conte Pietro Manzoni e Giulia Beccaria, figlia di Cesare Beccaria illustre illuminista e autore del famoso libro Dei delitti e delle pene.
Nella sua vita venne in contatto con molti letterati come Vincenzo Monti, Ugo Foscolo e il napoletano Vincenzo Cuoco; quest’ultimo stimolò il suo interesse sulla storia. Per un breve periodo visse a Parigi con la madre e venne a contatto con l’ambiente culturale della capitale francese nel passaggio tra illuminismo e romanticismo. Sempre a Parigi sposò Enrichetta Blondel, spinto dalla fede della moglie e dai suoi studi religiosi si convertì nel 1810 al cattolicesimo, questa data fu molto importante perchè la religione cattolica divenne un grande punto di riferimento per la sua ispirazione artistica. Ebbe molti figli, alcuni dei quali morirono prima di lui.
Era di carattere introverso, ma condusse una vita tranquilla basata sullo studio e sullo scrivere.
Cominciò a comporre verso il 1816, e fino al 1827 compose gli Inni Sacri , Il conte di Carmagnola e Adelchi; le Odi cosiddette civili (Marzo 1821 e il cinque maggio), la prima stesura dei Promessi sposi con il nome di Fermo e Lucia ecc.
Dal 1827 in poi abbandonò la poesia per dedicarsi alla filosofia e alla critica.
A lui si deve la nascita del romanzo italiano moderno che riportò la letteratura italiana ai livelli di quella europea.
Egli aderì sia ai principi dell’Illuminismo italiano, quindi interessandosi agli aspetti sociali, sia al Romanticismo, dando una grande attenzione al destino dei popoli, prima dell’individuo, infine, alla cultura francese che era molto attenta allo studio della società e della storia nazionale.
Manzoni con le sue opere si pone come obiettivo quello di educare i lettori ai valori in cui crede attraverso il “vero storico“. Infatti Manzoni afferma che la letteratura ha da avere il vero come base, l’interessante come mezzo, e l’utile per iscopo.
L’autore quindi mescola i fatti storici, quindi avvenimenti realmente accaduti che sono riscontrabili con il “vero poetico”, cioè dar voce all’animo di coloro che non sono mai stati considerati, di cui non si conoscono angosce e dolori, cioè degli umili.
Proprio per questo nei Promessi sposi lui deciderà di parlare non dei potenti ma di coloro che meglio rappresentano l’uomo.