Il poema epico in Europa
Partiamo dal dire che con il termine epica (epos in greco che significa parola in versi) si indica la poesia che narra le vicende gloriose di un popolo e le gesta degli eroi.
Il poema epico in Europa nacque in Grecia con i poemi omerici, cioè l’Iliade e l’Odissea. Questi erano tramandati oralmente, infatti avevano numerose formule fisse per stimolare la memoria dell’ascoltatore. Vi era un narratore esterno, quindi che non giudica; un protagonista che si eleva al di sopra di tutti e un antagonista; la presenza degli dei.
Poi sorse l’epica latina che riprese gli elementi caratteristici di quella greca, ovviamente adattandoli ad un diverso contesto storico. Il più famoso poema epico latino è l’Eneide di Virgilio, che fu scritta con lo scopo di nobilitare le origini di Roma.
Il più antico poema anglosassone è Beowulf, con ambientazione e personaggi scandinavi. Composto con 3000 versi, in lingua anglosassone fu tramandato grazie a un manoscritto del X secolo, ma la sua composizione risale all’VIII secolo.
Poi vi è il ciclo epico dell’Edda, di origine scandinava, che è una raccolta di miti e legende, messi per iscritto verso il XII secolo. Tale poema ha molte caratteristiche in comune con la tradizione epica germanica e in particolare con la Canzone dei Nibelunghi, infatti il protagonista Sigfrido è lo stesso che è presente nell’Edda.
La Canzone dei Nibelunghi, è un poema epico in tedesco antico del XII-XIII secolo, ottenuto rielaborando saghe germaniche. I personaggi di tale poema sono realmente esistiti, ma le loro vicende si intrecciano con situazioni mitologiche.
In seguito sicuramente l’epica assume una maggiore maturità con la Chansons de geste nata in Francia e scritta in lingua d’oil tra l’XI e il XIII secolo. Di questi poemi sono arrivati fino a noi un centinaio, tutti anonimi. Vengono anche chiamati ciclo carolingio perché parlano delle vicende di Carlo Magno e dei suoi paladini. In questi poemi si celebrano i valori di un cavaliere, quindi eroismo, coraggio, fedeltà, ideali cristiani ecc.
In Spagna alcuni elementi della Chansons de geste furono applicate al “Cantar de mio Cid” , composto verso il 1140 in lingua castigliana in circa 4000 versi irregolari. Il protagonista è storico ed è Rodrigo Diaz de Vivar, detto dai musulmani Sid e dai cristiani Campeador. In questo poema la vicenda storica del protagonista si intreccia con la sua vita privata, cioè il duello che lui deve combattere contro i suoi generi che avevano trattato le figlie in modo malvagio. Alla fine del poema le figlie andranno in spose agli eredi al trono di Navarra e Aragona.
Verso il XII secolo la Chanson de geste si diffonde anche in Italia , soprattutto nella corte normanna dell’Italia meridionale e nella pianura padana dove nacquero i poemi franco veneti scritti in una lingua data dalla combinazione della lingua d’oil e il volgare locale.