Le opere di Machiavelli possono essere distinte in opere politiche, storiche e letterarie. Tra queste ultime citiamo:
L’Epistolario non è stato scritto per essere pubblicato, esso raccoglie le lettere indirizzate tra IL 1497 E IL 1527 ad amici, familiari e importanti personalità dell’epoca. Queste lettere sono giunte fino a noi solo parzialmente. In esse si alternano argomenti di vario tipo, sicuramente quello politico è predominante, ma vi sono anche scherzi, sfoghi ecc.
Tra tutte queste lettere, particolare importanza hanno quelle destinate a Francesco Guicciardini e a Francesco Vettori. Soprattutto al secondo scrive in riguardo a riflessioni sulla situazione politica e scrive anche della sua quotidianità, soprattutto durante il periodo di esilio all’Albergaccio. Una delle lettere più importanti è quella del 10 dicembre del 1513 dove Machiavelli dà indicazioni sulla composizione del “Principe”.
Poi ricordiamo le varie opere di Machiavelli in versi come: le “Rime”, scritte in giovanissima età, i “Canti carnascialeschi”, i “Capitoli” incentrati sui vizi umani, il poemetto in otto capitoli chiamato l’“Asino” che parla della tendenza dell’uomo al vizio, infine i due “Decennali“, sulla storia italiana.
Opere di una certa importanza sono anche la Favola, nota anche come “Belfagor arcidiavolo” che riprende un po’ i temi della tradizione novellistica toscana, tale opera narra di un diavolo, Belfagor, sceso sulla terra per verificare se effettivamente le mogli siano una pena peggiore dell’inferno. Quindi sulla terra si sposa e in poco tempo perde tutti i suoi averi, si rifugia presso un umile contadino, ma fugge anche da qui per paura di rincontrare la moglie.
Tra le opere di Machiavelli ricordiamo alcuni testi teatrali, quello più importante è “La Mandragola“, scritto nel 1518 è basato sul motivo boccacciano, con lo scopo di denunciare il degrado morale della società fiorentina di quel tempo.
E’ un’opera divisa in cinque atti, preceduti da un prologo in versi dove i personaggi principali sono: messer Nicia, uomo di mezz’età ingenuo e sciocco, la moglie Lucrezia, il giovane Callimaco innamorato di Lucrezia, il parassita Ligurio e l’opportunista frate Timoteo.
Callimaco per amore di Lucrezia organizza un inganno contro messer Nicia, visto che quest’ultimo desiderava ardentemente un erede, il giovane gli fa credere di poterlo avere solo dopo che la moglie avrà bevuto un infuso di Mandragola, una pianta da grandi poteri e si sarà concessa ad un giovane destinato a morte certa. Lucrezia accetta, così Callimaco si traveste da quel giovanotto e si introduce nella stanza della donna che si concede, così Lucrezia colpita dall’astuzia e dall’intraprendenza di Callimaco, diviene la sua amante.
In quest’opera ogni personaggio è egoista ed è guidato solo dal proprio interesse personale, non hanno spazio i sentimenti puri.
Poi ricordiamo gli scritti storici, sicuramente l’opera più importante è “Istorie fiorentine“. Scritta nel 1525, è divisa in 8 libri e commissionata da Giulio de’ Medici nel 1520 e che fu dedicata a lui in occasione della sua elezione a papa. L’opera parte dalle invasioni barbariche e si protrae fino alla morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492. Fu stampata solo nel 1532.
A questo punto dobbiamo citare le opere politiche, moltissime delle quali Machiavelli le scrisse durante la sua attività politica tra il 1498 e il 1512 e sono relazioni nate dopo l’osservazione della vita potitica di molte società del tempo.
Oltre a queste relazioni ci sono giunte anche brevi scritti destinati a fornire suggerimenti politici al governo in riguardo alla repubblica. I più importanti sono quelli in cui Machiavelli raccoglie le riflessioni sulle missioni in Germania e in Francia. Sicuramente da queste opere chiamate rispettivamente: “Ritratto delle cose della Magna” e il “Ritratto delle cose di Francia” si evince da una loro lettura come dei due modelli quello che preferisce sia quello francese essendo uno Stato moderno e unito, con un forte esercito, al contrario di quello germanico molto frazionato.
Le opere politiche più importanti sono il “Principe” e “ Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio“.
Il Principe analizza le varie forme di principato e parla di quali devono essere le caratteristiche che deve possedere un principe per conquistare e mantenere il potere.
Per quanto riguarda i ” Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio“., furono iniziati intorno al 1513 e completati tra il 1517 e il 1519. Machiavelli divise l’opera in tre libri che contengono le osservazioni di carattere politico e sociale e che prendono spunto dallo studio dei primi dieci libri (deca), di Tito Livio “Dalla fondazione di Roma“.
Questi discorsi furono dedicati a due amici, Zanobi Buondelmonti e Cosimo Rucellai, che facevano parte degli intellettuali con cui si riuniva negli Orti Oricellari.
Il proemio e i primi due capitoli del I libro, affrontano le questioni in modo generale, invece nel resto del I capitolo parla delle iniziative di politica interna di Roma, prese per volontà del popolo; nel II libro parla delle iniziative di politica estera e dell’espansione dell’impero; nel III libro parla dell’azione dei singoli cittadini che contribuiscono alla grandezza di Roma.
Importante per Machiavelli è l’analisi del passato perchè ritiene che la storia del passato dà gli esempi che possono essere usati in ogni tempo.
Quest’opera non ha una struttura organica, ma si presenta come una serie di riflessioni sui vari temi che prendono spunto da Tito Livio. Alla fine l’autore non fa altro che sottolineare come la Roma repubblicana sia stata un esempio e fa intuire di preferire questa forma di governo ad altre.
Programma di letteratura superiori