Nel capitolo XII dei Promessi sposi l’autore scrive della storia seicentesca milanese più che dei personaggi e di preciso dei fatti avvenuti tra il 10 e l’11 novembre del 1628.
Manzoni racconta che la carestia è dovuta ad un anno di raccolto scarso, alla guerra e alla mancanza di scorte a causa anche della gestione sbagliata da parte degli uomini.
Inoltre, sono state imposte tasse troppo alte, è stato aumentato il prezzo del grano e del pane e ciò porta il popolo a pensare che questa penuria non sia vera ma sia dovuta agli approfittatori che si vendono il grano a prezzi più elevati.
A questo punto il popolo chiede che vengano presi dei provvedimenti e trova risposta in Ferrer, il cancelliere, che impone un prezzo politico del grano, alla metà del suo valore di mercato.
Ovviamente alla riduzione del prezzo ne consegue l’entusiasmo della folla che comincia ad assalire i forni per comprare pane in abbondanza, tutto ciò però suscita le proteste dei fornai che lavorano tanto senza però ricavare un profitto reale. Quindi quest’ultimi, non riuscendo più a sostenere questa situazione, inviano una lettera al governatore che insieme ad una giunta decidono di aumentare il prezzo del pane in modo che i fornai possano tirare un sospiro di sollievo, ma dall’altro lato il popolo si imbestialisce.
La sera del 10 novembre la gente si riversa in strada.
I singoli uomini, animati da una rabbia comune, si uniscono formando una folla imbestialita. Chi si rende conto della potenzialità di questa folla è il capitano di giustizia, infatti la mattina dell’11 novembre la folla corre verso la bottega chiamata ” il forno delle grucce”; i proprietari impauriti mandano a chiedere aiuto al capitano di giustizia, il quale con un discorso diplomatico e calmo vorrebbe convincere la folla. Dei rivoltosi cominciano a lanciare delle pietre, una delle quali colpisce il capitano. Intanto i proprietari lanciano loro stessi delle pietre uccidendo due ragazzi, ciò accresce la rabbia di tutti, ma la folla quando riesce ad entrare nel forno cerca di prendere tutto ciò che gli è possibile. Purtroppo ci sono i malintenzionati che si riempiono le tasche di denaro mentre gli altri sono spinti solo dalla disperazione e dalla fame.
Quando Renzo, spinto dalla curiosità, giunge al forno la folla si è diradata e quindi si mette ad ascoltare i vari discorsi della gente. Vede lo scempio provocato dalla folla e nonostante sia un giovane ingenuo, sa che dalla distruzione non può crearsi abbondanza. Dopo un po’ segue la folla che si dirige verso un altro forno che risulterà essere ben difeso e quindi la folla decide di andare verso la casa del vicario.