I lanzichenecchi ormai sono sempre più vicini anche a Lecco e quindi al paese di don Abbondio. Lui insieme a Perpetua, cercano una soluzione per fuggire, ma sembrano tutte non sicure come i monti che sono facilmente raggiungibili dalle truppe oppure Bergamo dove c’erano gruppi di mercenari. Intanto Perpetua non se ne sta con le mani in mano e nasconde le loro cose di valore, mentre la gente del posto sta andando via.

Intanto, mentre sono in dubbio su cosa fare, arriva Agnese alla casa del curato la quale ha avuto l’idea di andarsi a rifugiare al castello dell’Innominato il quale le aveva offerto il suo aiuto per qualsiasi cosa. Don Abbondio è titubante in quanto non sa quanto sia vera la questione della conversione, ma Perpetua invece lo obbliga quasi ad accettare la proposta.

I tre subito si mettono in cammino verso il confine bergamasco, dove si trova il castello. Don Abbondio è nervoso e comincia ad avercela con tutti i potenti, mentre Agnese con tristezza pensa al fatto che in questa situazione non avrebbe potuto riabbracciare la figlia, visto che donna Prassede non sarebbe andata in villeggiatura.

I fuggiaschi arrivano alla casa del sarto che, con la solita cortesia, li ospita gentilmente per un pasto veloce e gli procura anche un carretto per proseguire il viaggio. Durante il pranzo conversano di varie cose e don Abbondio si sincera del fatto che l’Innominato sia diventato veramente buono e il sarto gli risponde che il suo castello accoglie molte persone che hanno bisogno di aiuto, è diventato il benefattore della regione. Ovviamente la maggior parte dei bravi lo hanno lasciato, escluso pochi che si sono convertiti anche essi.

A questo punto del racconto l’autore parla della conversione del tiranno che ormai viene considerato quasi come un santo dal popolo. Inoltre, anche coloro che avrebbero voluto vendicarsi, gli portavano così rispetto che lo lasciano stare. Ormai non porta neanche più le armi perchè è intenzionato a non commettere più alcuna violenza. Ovviamente la sua conversione ha anche irritato molte persone che contavano in lui per le loro malefatte, ma non potendosela prendere più con lui ce l’avevano con il cardinale Borromeo.

Con l’arrivo dei lanzichenecchi sono molte le persone che gli chiedono protezione e lui è molto contento di poterli aiutare anche perchè il suo castello è una vera e propria fortezza militare. Lui li accogli fornendogli cibo e protezione.

Manzoni e i Promessi sposi