La famiglia a Roma era la parte fondamentale della società; essa comprendeva non solo il marito, la moglie e i loro figli, ma anche i familiares, cioè i figli dei figli, i nonni, gli zii e gli schiavi. Il pater familias, il capofamiglia, aveva su tutti un potere illimitato.

La donna

Le donne dovevano ubbidire al padre e, dopo sposate, al marito. Dovevano essere brave mogli e madri, stare in casa a filare e a dirigere il lavoro delle ancelle. Raramente incontravano le amiche e partecipavano alla vita pubblica. Nei periodi della monarchia e della repubblica lo stile di vita delle signore romane (matrone) era semplice e austero, ma con l’impero esse divennero più esigenti nel modo di vestire. Quelle di classe sociale elevata indossavano una lunga tunica sulla quale vestivano la stola (una veste a maniche lunghe). Amavano portare gioielli vistosi, truccarsi il viso, usare profumi e creme ed esibire complicate acconciature realizzate dalle schiave.

Nel corso dei secoli, riuscì , piano piano ad ottenere alcune libertà.

  

L’uomo

Compito primario per gli uomini fu sempre quello di servire lo stato. Un ricco cittadino romano avrebbe trovato cosa di poco conto dedicarsi a professioni come medico, architetto…; l’unica occupazione ritenuta degna era dedicarsi alla carriera politica. Chi aspirava alle cariche pubbliche aveva davanti a sè un percorso organizzato a tappe: ogni magistratura si poteva esercitare a partire da una certa età e per un certo numero di anni, poi si passava alla successiva. A questo percorso ideale si dava il nome di cursus onorum.

I bambini

Fin dalla nascita i figli maschi ricevono un trattamento speciale dal padre, che oltre al nome dava loro un piccolo portafortuna, la bulla, da portare appeso al collo fino alla maggiore età (17 anni), fin quando non veniva restituita al padre in cambio della toga.

I padri romani erano molto affezionati anche alle figlie femmine, alle quali davano graziosi nomignoli. L’infanzia per le bambine era breve: la maggiore età arrivava a 12 anni, quando potevano sposarsi.

 

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