La tragedia Adelchi fu scritta nel 1822 e tratta della caduta del regno longobardo in Italia nell’ottavo secolo, a causa dei Franchi di Carlo Magno.
La vicenda è ambientata negli anni fra il 772 e il 774. I personaggi e gli avvenimenti sono quasi del tutto storici con qualche elemento di invenzione nella verità dei fatti: per esempio nel dramma Adelchi muore per le ferite subite in battaglia, mentre nella realtà si rifugiò a Costantinopoli.
La tragedia è preceduta da una premessa che rivela la preoccupazione dell’autore nei confronti della verità e della precisione storica.
LA TRAMA
Ermengarda , figlia di Desidero re dei Longobardi, essendo stata ripudiata dal marito Carlo Magno, decide di ritornare dal padre. Desiderio vorrebbe vendicarsi, convincendo il papa Adriano ad incoronare re dei Franchi i suoi nipoti che si erano rifugiati presso di lui.
In seguito a Desiderio giunge un messaggio di Carlo Magno che lo invita a restituire le terre sottratte al papa. Desiderio rifiuta, quindi ciò fa nascere una guerra. Il figlio Adelchi non approva la decisione del padre e tenta di dissuaderlo, ma invano.
Purtroppo i duchi longobardi sono disposti a tradirlo. Inoltre Carlo Magno, che era bloccato alle Chiuse di Susa, viene aiutato a trovare un passaggio segreto, che gli permette di aggirare le truppe longobarde. Forse sarà stato guidato da Dio, in questo modo i Franchi riescono ad attaccare i longobardi da dietro.
Tutte queste situazioni negative porteranno alla loro sconfitta.
Intanto Ermengarda si è ritirata nel convento di Brescia, per dimenticare il suo amore tormentato per il marito, quando la donna viene a sapere delle sue nuove nozze, muore assalita dal delirio.
A questo punto Svarto, un soldato ambizioso e traditore, fa entrare le truppe dei Franchi a Pavia, capitale dei longobardi.
Così desiderio è fatto prigioniero, mentre Adelchi resiste ancora a Verona, ma ad un certo punto è portato in scena ferito e morente. Le sue ultime parole furono verso il vincitore, chiedendogli di avere pietà per il padre e così muore da buon cristiano.
I personaggi su cui ruota questa tragedia sono: Desiderio, desideroso di potere e di vendicarsi di Carlo; Adelchi, suo figlio che sogna di essere ricordato per nobili imprese ma non ci riesce; Ermengarda che cerca invano di distaccarsi dal suo grande amore; Carlo Magno le cui azioni sono fatte per la ragion di Stato.
Questi personaggi possono essere divisi a coppie, Desiderio e Carlo che sono animati dal potere e dalla ragion di Stato, Adelchi ed Ermengarda, nonostante la loro purezza sono destinati alla sconfitta. Gli ultimi due sono entrambe personaggi romantici. malinconici e divisi tra sentimento e dovere.
In questa tragedia ritorna il conflitto tra interessi dello Stato e i principi della morale, incontrati già nel Conte di Carmagnola .
La situazione descritta dal Manzoni ha molte analogie con l’Italia della fine del Settecento e inizio dell’Ottocento, oppressa dagli austriaci (longobardi) e fiduciosa dell’aiuto di Napoleone (Carlo Magno). Indubbiamente questo parallelismo ha contribuito a indurre il poeta a scegliere proprio questi fatti storici.
Importante far notare anche che Manzoni nelle sue opere introduce il coro, una novità nel teatro tragico moderno. Però lo stesso Manzoni già aveva precisato nel Conte di Carmagnola, che esso nelle tragedie greche era la personificazione dei pensieri e dei sentimenti che l’azione doveva ispirare, cioè una specie di spettatore ideale. Invece, nelle sue tragedie , non è altro che un “cantuccio” dove l’autore possa esprimere la propria opinione.
Nell’Adelchi i cori sono presenti al termine del terzo atto e al termine della prima scena del quarto atto.