Il capitolo XIV dei Promessi sposi inizia con la folla che comincia a disperdersi e le persone formano piccoli gruppi. Quindi si scambiano i discorsi sugli eventi accaduti, su cosa accadrà e su opinioni varie.
Ovviamente non mancano i discorsi dei più guerrafondai che vorrebbero prendere parte ad altri disordini.
Manzoni, già nel capitolo XIII aveva mostrato come in ogni forma di protesta esista sempre una componente più pericolosa che tende ad esasperare la situazione.
A questo punto ricompare Renzo che comincia ad avvertire il bisogno di mangiare e riposarsi. Mentre è in cerca di un’osteria, si imbatte in un gruppo di persone che discutono dei fatti della giornata e lui si intromette dicendo la sua. Parla di giustizia e sostiene la necessità che le leggi siano uguali per tutti e suggerisce di recarsi il giorno dopo da Ferrer, reputandolo un uomo per bene.
Il discorso di Renzo attira un birro, cioè un poliziotto, che gli tira un tranello, finge di discutere con lui e lo conduce in osteria.
L’ingresso nel locale segna un totale mutamento di scena, infatti il giovane, senza rendersene conto, si trova attorniato da persone di ogni tipo.
Questo è il secondo oste che si incontra, ovviamente essendo lui di città è capace di valutare ad una prima occhiata di che tipo di avventore si tratta e a differenza di quello di campagna ha anche un garzone che fa il lavoro pesante.
Il giovane ordina subito da mangiare ma l’oste gli dice che non c’è pane, e Renzo caccia la pagnotta presa la mattina raccontando di volerla pagare e ciò genera l’ilarità di molti. Il birro chiede all’oste una stanza per far dormire il giovane, lo fa perchè vuole sapere le sue generalità , cosa che Renzo si rifiuta di dare.
Dopo però continuando a bere, non riesce più a trattenersi e preso in contropiede dice come si chiama.
Dopo un po’, raggiunto il suo scopo, il birro va via e Renzo al culmine dell’ubriachezza, continua i suoi discorsi e viene preso in giro dagli altri.