La decadenza economica dell’Italia fu causata da diversi fattori, la scoperta dell’America provocò lo spostamento del commercio dal Mediterraneo verso l’Atlantico, motivo per cui i porti e le città marinare persero la loro importanza, a questo seguì naturalmente una crisi di banche e assicurazioni.
I mercanti e produttori italiani non seppero stare al passo con i tempi e non riuscirono a rinnovarsi nelle loro attività produttive e a reggere la concorrenza di altri stati; al nord la produzione della lana fu ben presto sostituita dalla produzione di tessuti migliori a prezzi inferiori che venivano prodotti dall’ Inghilterra e Olanda.
Al sud invece ci fu il fenomeno della rifeudalizzazione, legando e sfruttando i contadini che lavoravano le terre della ricca nobiltà.
La causa principale della grave crisi italiana fu comunque la dominazione spagnola e il suo malgoverno.
In Italia la Spagna occupò Milano, i regni di Napoli, Sicilia e Sardegna, ma anche sugli altri stati non occupati si sentiva l’influenza spagnola.
La politica spagnola era basata sull’oppressione fiscale, che stabiliva ingenti tasse, venne poi repressa qualsiasi libertà religiosa e di pensiero.
I nobili spagnoli abituati a vivere nello sfarzo, disprezzavano ogni attività manuale, o che portasse al guadagno e in questo modo influenzò negativamente la società italiana che perse la sua intraprendenza divenendo piuttosto inefficiente dal punto di vista produttivo.
Questa situazione portò a numerose rivolte, a Milano scoppiò la rivolta del pane nel 1628, dopo l’aumento del prezzo dei cereali, a Napoli nel 1647 ci fu una sommossa dopo l’aumento delle tasse su sale e frutta, capeggiata dal pescivendolo Tommaso Aniello, detto Masaniello.
Questa rivolta durò diversi mesi, anche dopo la morte di Masaniello, che venne ucciso in chiesa mentre assisteva alla santa messa.
Dal punto di vista religioso, lo stato pontificio aumentò ulteriormente le tasse, pensò ad abbellire solo le chiese della capitale, cioè Roma , incurante che tutto intorno , nelle campagne vi fosse una situazione di miseria e povertà.
Alcuni stati italiani riuscirono a non essere influenzati dalla Spagna, come il ducato di Savoia, con a capo Emanuele Filiberto, il quale spostò la capitale da Chambery a Torino, favorì le attività agricole e commerciali; riuscì in poco tempo ad organizzare uno stato efficiente dal punto di vista economico e politico.
Anche la Toscana, governata dai Medici, restò indipendente, dal punto di vista economico, le attività produttive non riuscivano a reggere la concorrenza europea, così lo stato si impegnò a sfruttare le campagne favorendo lo sviluppo agricolo.
Importante fu la costruzione del porto di Livorno, nella città furono diffuse le leggi Livornine che stabilivano libertà di culto ai cittadini e l’ immunità per alcuni reati non gravi , naturalmente tale immunità non valeva per reati come l’assassinio e la falsa moneta.
Questo insieme al porto rese la città e le attività commerciali molto fiorenti.
Anche Venezia, vide ridurre l’importanza del suo commercio, per lo spostamento dei traffici sull’ Atlantico e anche qui si iniziò a sviluppare l’agricoltura, vennero effettuate numerose bonifiche per risanare i terreni paludosi, vennero introdotte nuove colture come riso e mais. La politica di Venezia si basava sulla neutralità, e così riuscì a reggere al declino anche se ormai non godeva più dell’appoggio ecclesiastico.
A Venezia erano stati arrestati due prelati senza essere giudicati dai tribunali religiosi, venne così scomunicata e interdetta, cioè la città venne esclusa dai sacramenti e dalla sepoltura religiosa, furono inoltre vietati i riti religiosi in tutto il territorio.
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