Dante è il primo dei nostri “classici”. Nacque a Firenze nel 1265 e morì in esilio a Ravenna nel 1321. Visse in un periodo molto travagliato per Firenze a causa delle lotte comunali prima tra guelfi e ghibellini, poi tra guelfi bianchi e guelfi neri, due fazioni che si appoggiavano l’una all’imperatore e l’altra al papa.

La sua famiglia apparteneva alla piccola nobiltà fiorentina di parte guelfa. Studiò grammatica e filosofia e in seguito retorica a Bologna. Nel 1285 sposò Gemma Donati.

Ben presto cominciò a scrivere poesie d’amore in lingua volgare, a lui si unirono molti altri poeti del Dolce Stil Novo.

Tra il 1292 e il 1293 compose la Vita Nuova, considerata poi una delle massime espressioni del Dolce Stil Novo. In questa opera il giovane poeta raccontò del suo amore per una donna di nome Beatrice; identificata poi con Bice Portinari una giovane nobildonna che morì giovanissima all’età di 24 anni e che lui già conosceva da quando la donna ne aveva 9. Quindi Beatrice venne idealizzata dal poeta e diventò la donna-angelo tipica degli stilnovisti.

    

Nella sua vita oltre a comporre Dante si dedicò anche alla vita politica ricoprendo anche incarichi di governo.

Ormai i guelfi avevano avuto la meglio sui ghibellini, ma si erano divisi in guelfi bianchi e guelfi neri; i primi volevano conservare l’indipendenza rispetto al papato, i Neri appoggiavano papa Bonifacio VIII . Dante si schierò dalla parte dei Bianchi.

Nel ‘3oo Dante andò a Roma come ambasciatore e a Firenze si insediarono i Neri; a quel punto Dante fu condannato prima a pagare una grossa somma per corruzione e per appropriazione di fondi pubblici poi  al rogo Il poeta non poté più tornare nella sua amata Firenze e fu costretto a vagare per molte corti italiane.

In esilio scrisse molte opere tra cui la Divina Commedia conosciuta in tutto il mondo.

Morì a Ravenna nel 1321 colpito da malaria.

 

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