Giuseppe Ungaretti nacque nel 1888 ad Alessandro d’Egitto da una famiglia originaria di Lucca. Il padre morì quando aveva due anni mentre costruiva il Canale di Suez.
Nel 1912 si trasferì a Parigi e si iscrisse alla facoltà di Lettere, dove venne a contatto con l’ambiente letterario e artistico, infatti conobbe Picasso, Palazzeschi, Apollinaire ed altri.
Nella Prima guerra mondiale partì come volontario per il fronte del Carso. La vita di trincea lo toccò tantissimo, infatti gli orrori della guerra lo portarono a comporre le sue poesie giovanili più intense. Nel 1916 uscì la prima raccolta di poesie con il titolo Il porto sepolto, composto da 33 poesie. Nel 1919 dopo la guerra uscì Allegria di naufragi, una raccolta che fu definita la più radicale ed ed espressiva della poesie del Novecento. Qui il poeta mette in risalto la fragilità dell’uomo messa in evidenza dalla guerra.
Dopo la guerra si trasferì a Roma e in un primo momento aderì agli ideali del fascismo, ma pian piano se ne allontano e si trasferì in Brasile dove accettò la cattedra di Letteratura italiana.
Nel 1933 fu pubblicata la raccolta Sentimento del tempo, dove il poeta non volle dargli un’impronta autobiografica ma riprende gli interrogativi eterni come il valore del tempo e la ricerca di Dio.
In seguito dopo la morte del figlio di soli nove anno si ritrasferì a Roma con la famiglia e qui insegnò all’Università per molti anni.
Nel 1947 compose le liriche raccolte nel volume Il dolore che parlano della dolorosa esperienza della morte del figlio.
Nella sua vita tradusse poi molte poesie e scrisse molti altri versi come Il taccuino del vecchio, La terra promessa ed altri.
Lo stile del poeta è stato definito Ermetico, sta ad indicare che i suoi versi sono come un vaso all’interno del quale sono racchiusi tanti contenuti.
Infatti, secondo Ungaretti le parole usate devono essere poche ma ricchissime di significato, cercate con cura.
Morì nel 1970.