Vediamo come nascono gli ideali cavallereschi.
Con la disgregazione del Sacro romano impero, nonostante gli sforzi operati dai monarchi assoluti, le corti feudali costituivano ancora la grande struttura sociale ed economica portante in Europa.
E proprio questa società feudale fu all’origine di quella che oggi viene definita società cortese.
In Francia era particolarmente sviluppata la società feudale; il ceto dominante era l’aristocrazia di origine guerriera quindi principi, conti, baroni. Essi avevano avuto i loro feudi in cambio del loro servizio verso il re.
Con il passare del tempo la nobiltà non riuscì più a gestire le continue guerre e quindi ricorsero a nuove milizie. Questi erano i soldati a cavallo, cioè i cavalieri che vennero arruolati tra i figli dei nobili che non avevano diritto all’eredità dei feudi e tra coloro che appartenevano agli strati più bassi della nobiltà e che non avevano posseduto mai alcun feudo. Ma la novità era il fatto che divennero cavalieri anche gente di origine servile. Tutti questi, visto che circolava poca moneta, per il servizio dato venivano ricompensati con le terre e quindi soprattutto la gente più povera fu innalzato al rango della nobiltà.
Le cose cambiarono alla fine del XII secolo quando il ceto dei cavalieri divenne chiuso, quindi potevano divenire cavalieri solo i figli di cavalieri.
Da questo ceto si formano gli ideali cavallereschi. I cardini su cui si basa questo ideale sono l’esercizio delle armi quindi la prodezza, l’onore, il coraggio e lo sprezzo del pericolo, la lealtà cioè il rispetto dell’avversario e infine la fedeltà al signore o al sovrano.
Un principio molto importante che si diffuse era quello che la vera nobiltà era quella dell’animo, questo perchè visto che i cavalieri provenivano da ceti inferiori, ci tenevano ad esaltare le doti della persona e non a ciò che si aveva avuto in eredità.
Sicuramente questi valori erano soprattutto laici, ma la chiesa volle esercitare il suo influsso, quindi gli originari valori guerreschi furono ingentiliti; il cavaliere metteva la sua prodezza al servizio dei più deboli, in particolare della donna. La guerra veniva vista come qualcosa che si combatteva contro gli infedeli, che per la chiesa erano i musulmani e gli eretici.
Infatti questo è il periodo in cui si svolgono le crociate e i cavalieri diventano così importanti che in Francia nascono le prime opere in volgare che esaltano le imprese dei cavalieri.