Gli omonimi sono quelle parole di forma identica ma di origine e significato differente.
Per esempio la parola riso può indicare una manifestazione di buon umore e deriva dal latino risum, parola che indicava anche in quella lingua l’atto del ridere oppure il riso cereale che deriva dal greco oryza, parola che designava la pianta del riso.
Se consideriamo una frase:
Una vecchia signora porta la sbarra
Può avere un doppio significato o che una porta vecchia sbarra qualcosa o che un’anziana signora reca una sbarra. Anche in questo caso l’ambiguità è originata dalla presenza di omonimi. Questi omonimi, però, sono di natura diversa: vecchia, porta, la e sbarra sono parole che hanno un’unica origine, ma che sono usate in categorie grammaticali differenti.
nel primo caso: nel secondo caso:
vecchia + porta = aggettivo + nome vecchia= aggettivo sostantivato
la = pronome porta= verbo
sbarra = verbo la sbarra= articolo + nome
Quindi si dicono omonime anche le parole identiche che hanno la stessa origine ma che appartengono a categorie grammaticali diverse.
Gli omonimi possono scriversi e pronunciarsi nella stessa maniera (omografi omofoni): lira (moneta\strumento musicale), miglio(misura di distanza\alimento); oppure essere identici nella scrittura ma non nella pronuncia (omografi non omofoni): àncora\ancòra (arnese per ormeggio\anche ora), botte (recipiente\percosse), nòcciolo\nocciòlo (parte legnosa dei frutti\pianta).