I gradi dell’aggettivo consentono di rappresentare una qualità in varia misura o di istituire dei paragoni tra gli elementi che lo possiedono.
Lo stesso aggettivo può essere usato con tre diversi gradi d’intensità.
- quando l’aggettivo esprime solo l’esistenza della qualità senza specificare la misura in cui essa è posseduta è di grado positivo; Marco è arrabbiato.
- quando gli aggettivi non esprimono solo la qualità ma stabiliscono un confronto tra due termini, cioè comparano sono di grado comparativo. Mario è più arrabbiato di Alessandra.
- quando gli aggettivi esprimono la qualità al massimo grado o in misura elevata: sono di grado superlativo. Giovanni è arrabbiatissimo oppure Marco è il più arrabbiato di tutti.
Sono privi di grado comparativo e superlativo gli aggettivi:
- che si riferiscono a materia (bronzeo, acqueo, metallico ecc.);
- che indicano qualità non graduabili (rotondo, eterno, terrestre, mensile, lunare, siciliano, francese, matematico, mortale ecc.);
- che contengono già nel loro significato il concetto di qualità posseduto al massimo grado (eccezionale, magnifico, stupendo, meraviglioso, enorme, immenso ecc.).