Guido Cavalcanti nacque a Firenze intorno al 1250 da una tra le famiglie più potenti di Firenze, di parte guelfa.
In un periodo di tregua tra le fazioni sposò Beatrice, figlia del Ghibellino Farinata degli Uberti.
Si schierò dalla parte dei guelfi bianchi, legato alla famiglia dei Cerchi, partecipò quindi attivamente alla vita politica di Firenze.
Aveva un carattere molto deciso e animoso che lo portò ad essere un acerrimo nemico di Corso Donati, il capo dei Guelfi neri.
Nel giugno del 1300, Guido Cavalcanti fu condannato all’esilio insieme agli altri capi politici delle altre fazioni, per riportare la pace in città, dai priori della città, tra i quali Dante che era un suo grande amico.
Fu richiamato a Firenze dopo qualche mese, ma morì poco dopo, forse per malaria.
La sua produzione comprende 52 componimenti tra cui 36 sonetti, 11 ballate, 4 canzoni e un mottetto.
Fra tutti i poeti stilnovisti Cavalcanti fu quello più interessato alla poesia. Fu quindi un uomo di grande ingegno, con un animo sensibile e raffinato.
I temi più caratteristici che ricorrono nella sua poesia di Guido Cavalcanti sono: lo sbigottimento, il tremore, le lacrime, i sospiri che portano l’amante a distruggersi sia fisicamente che spiritualmente.
La donna resta sempre irragiungibile e il dramma si svolge all’interno dell’animo dell’amata; quindi l’amore è un’esperienza devastante che causa angoscia e tormento.