Il complemento di termine, dunque, indica la persona, l’animale o la cosa a cui è rivolta o destinata l’azione espressa dal verbo della frase. Risponde alla domanda a chi? a che cosa?
Il complemento di termine è introdotto dalla preposizione a semplice o articolata e può dipendere da:
- verbi transitivi o intransitivi, di cui costituisce spesso il complemento obbligatorio: A Luca il calcio non piace;
- aggettivi che indicano utilità o svantaggio ( come utile, inutile ecc.), attitudine o disposizione ( come adatto, propenso ecc.), somiglianza o diversità (come simile, uguale, contrario ecc.), amicizia e ostilità (come caro, ostile, grato ecc.): Farai un tiro simile a quelli precedenti; Un gol del papà è contrario a qualsiasi previsione;
- nomi o avverbi che appartengono alla stessa area di significato degli aggettivi precedenti o derivino direttamente da essi: Enrico ha sempre mostrato attitudine al ruolo di portiere;
Il complemento di termine può essere costituito da una particella pronominale mi, ti, ci, vi, si, gli, le, loro.
Mi ( a me) hanno consegnato le chiavi;
Prestale ( a lei) il quaderno!
Ve ( a voi) lo diremo tra poco.
Davanti al pronome relativo cui l’uso della preposizione a è facoltativo: Farò un tiro cui (a cui) non potrai fare nulla.