Il complemento oggetto completa il predicato verbale indicando l’oggetto dell’azione espressa dal verbo; si unisce direttamente al verbo transitivo  attivo, senza alcuna preposizione e per questo è anche detto complemento diretto. Risponde alla domanda chi? che cosa?

Quando il complemento oggetto è introdotto da un articolo partitivo (del, dello, della, dei, degli, delle) si ha un complemento oggetto partitivo.

L’insegnante ci ha dato molti compiti. → compl. oggetto + attributo

Abbiamo ancora dei compiti da svolgere. → compl. oggetto partitivo

    

La funzione di complemento oggetto può essere svolta da un:

  • nome I ragazzi amano il gioco.
  • verbo I ragazzi amano giocare.
  • pronome  I ragazzi ti amano.
  • congiunzione → I ragazzi chiedevano il perchè.
  • aggettivo → I ragazzi preferiscono il rosso.
  • intera frase I ragazzi vogliono che le regole siano rispettate.

Per riconoscere il complemento oggetto in modo sicuro bisogna trasformare l’espressione da attiva a passiva. Se con questa trasformazione l’elemento della frase attiva che risponde alla domanda chi? che cosa? diventa soggetto della frase, non ci sono dubbi sulla sua funzione logica di complemento oggetto.

Il complemento oggetto interno

I verbi intransitivi non possono reggere un complemento oggetto, perchè in essi l’azione espressa dal verbo non può passare direttamente su alcun oggetto. Tuttavia, alcuni  verbi intransitivi possono reggere un complemento oggetto quando questo è rappresentato da un nome che ha la stessa radice del verbo o esprime un significato affine a quello del verbo. Questo tipo di complemento oggetto è chiamato complemento oggetto interno. Ad esempio:

  1. I miei genitori hanno vissuto una vita intensa e ricca.
  2. Le vittime piansero lacrime amare.
  3. Dormi sonni tranquilli.
  4. Abbiamo giocato una partita disastrosa.

Vedi il complemento oggetto pronominale

Vedi gli esercizi

 

Programma di grammatica seconda media