Al tempo dell’imperatore Augusto, in Palestina, nella provincia romana della Giudea, nacque Gesù.

A trent’anni egli cominciò a predicare, annunciando il vangelo (la buona novella): parlava di amore e perdono, difendeva i poveri, gli umili, gli oppressi dai ricchi e dai potenti e proclamava l’esistenza di un dio creatore e padre di tutti gli uomini.

Gesù era seguito da un gran numero di discepoli, che vedevano nelle sue parole una speranza di vita più giusta. I ricchi sacerdoti ebrei, invece, lo consideravano una minaccia al proprio potere e poichè si proclamava figlio di Dio, lo accusarono di bestemmia. Lo denunciarono a Ponzio Pilato sotto l’imperatore Tiberio, nel 33 d.C. fu condannato a morte e crocifisso secondo l’usanza del tempo.

Il messaggio di Gesù era temuto dai sommi sacerdoti perchè in contrasto con la loro religione, per loro infatti era impensabile che Gesù fosse figlio di Dio, anche i Romani, che occupavano la Palestina, non vedevano con favore il sorgere di una nuova religione che poteva portare il popolo alla disubbidienza nei confronti dell’imperatore.

I seguaci di Gesù Cristo (dal greco Christos “unto”, consacrato da Dio) furono detti cristiani.

Dopo la morte di Gesù la buona novella venne annunciata dai discepoli dando vita alla religione cristiana. Il Cristianesimo si diffuse in ampie zone dell’impero e perfino a Roma. La religione cristiana era diversa dalle altre: era monoteista, cioè credeva in un solo Dio e predicava perdono. Contrastava in tutto con i valori della società romana, basata sullo sfruttamento degli schiavi, le guerre, la sacralità del potere imperiale.

    

Per questi motivi i cristiani furono considerati veri nemici dallo stato e contro di loro furono messe in atto delle vere e proprie persecuzioni. Migliaia di cristiani tra il I e il III secolo d.C. vennero imprigionati e costretti a rinnegare la propria fede o messi a morte.

Le persecuzioni più sanguinose furono quelle ordinate dagli imperatori Nerone nel 64 d.C e Diocleziano nel 303 d.C.

In questi secoli furono moltissimi i martiri, cioè le persone che per non tradire la propria fede arrivarono a sacrificare la vita. I cristiani seppellivano i loro morti nelle catacombe, gallerie sotterranee dove si riunivano per onorarne la memoria e per pregare.

Il cristianesimo continuò a diffondersi nell’impero e si affermò anche nelle classi sociali più influenti.

A Milano nel 313 d.C. l’imperatore Costantino emanò un editto, cioè un ordine scritto, con il quale riconosceva ai cristiani la libertà di culto e faceva restituire i beni confiscati durante la persecuzioni di Diocleziano.

Nel 380 d.C. l’imperatore Teodosio proclamò il cristianesimo religione ufficiale dell’impero, vietò ogni rito pagano e fece chiudere i templi, decretando così la fine del paganesimo.

 

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