Il legame covalente si forma quando due atomi mettono in comune una o più coppie di elettroni di valenza. Esso avviene soprattutto tra atomi di non metalli, che sono caratterizzati dall’avere molti elettroni di valenza.
Due atomi , uguali o diversi, che si possono unire con un legame covalente raggiungono la configurazione del gas nobile che lo segue.
Consideriamo per esempio l’idrogeno che è un non metallo il cui gas nobile che lo segue è l’elio. Quindi per raggiungere una configurazione stabile deve condividere l’unico elettrone di valenza.
Avremo quindi la molecola di = H • + • H → H:H oppure H—H
Lo stesso discorso lo si può fare se si uniscono due atomi di fluoro, ma questi dovranno raggiungere la configurazione elettronica del gas nobile che li segue , cioè il neon.
Quando il legame avviene tra atomi uguali si parla di legame covalente puro, altrimenti semplicemente di legame covalente.
Vediamo alcune rappresentazioni dette di Lewis di legami covalenti tra atomi uguali o diversi. Ovviamente i legami possono avvenire anche con la condivisione di più di un elettrone e in questo caso si chiama legame covalente multiplo.
La distanza in cui si dispongono gli atomi nel legame covalente non è casuale, nel caso del legame covalente puro i doppietti elettronici di legame sono attratti con la stessa forza da entrambe i nuclei e vengono condivisi esattamente tra i due atomi e la distanza è pari a 74 pm. A questa distanza si dà il nome di lunghezza di legame. Se due atomi di idrogeno si trovano a una distanza maggiore della lunghezza del legame tendono ad attrarsi, invece a distanze minori tendono a respingersi.
Tale lunghezza di legame è misurabile sperimentalmente. Essa aumenta, all’aumentare delle dimensioni atomiche e al diminuire della forza di legame.