Tra la fine del Quattrocento, dalla morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492 e dala scoperta dell’America dello stesso anno, per circa 40 anni si riscontra un periodo di elevata intensità artistica, sia nel campo della letteratura che dell’arte. Infatti in questi anni operano artisti e letterati come Sandro Botticelli, Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Francesco Guicciardini, Ludovico Ariosto, Niccolò Machiavelli. Questo periodo, quindi è stato chiamato “Rinascimento” perchè si è verificato un grande processo di sviluppo e crescita cutlurale. Era un termine già usato dagli umanisti, che parlavano di rinascita rispetto al medioevo sia nel modo di pensare sia per quanto riguarda l’imitazione dell’antico.

Sicuramente il Rinascimento si distingue dal periodo dell’Umanesimo , solo perchè tutto ciò che si era accumulato precedentemente, aveva raggiunto la sua massima maturazione; quindi possiamo dire che l’Umanesimo è una premessa del Rinascimento.

Alla base del pensiero rinascimentale c’èra il fatto che l’uomo ormai era considerato  capace di essere artefice del proprio destino, amante di una vita basata sull’armonia, la compostezza e il decoro.

Sicuramente tutti questi cambiamenti dal punto di vista cuturale, erano accompagnati da un periodo di crisi e di destabilizzazione in Italia e nel mondo. Sicuramente a creare questa situazione contribuirono le scoperte geografiche e scoperte come la teoria copernicana, tutto ciò andava contro a quei concetti che fino a quel momento erano stati alla base del pensiero della chiesa.

Circa verso la metà del Cinquecento, la cività rinascimentale entrò in crisi a causa della “Controriforma” (svolta contro il dilagare della religione protestante) , che proseguì fino al 1660.

Con questa controriforma e con il “Concilio di Trento” cominciò un controllo sulla cultura da parte della chiesa con “l’indice dei libri proibiti”; ciò portò molti editori a ricorrere alla pubblicazione clandestina. Quindi lo stato pontificio divenne il maggiore centro culturale italiano, anche se era qualcosa di forzato, l’unica che riuscì a conservare un po’ di libertà culturale fu Venezia.

L’istruzione fu ampliata, ci fu un’alfabetizzazione delle masse popolari per avviinare i fedeli alla fede e quindi rendere tutto più comprensibile.

Nel periodo rinascimentale, questa nuova cultura si diffuse per tutta la penisola , anche se gli intellettuali provenivano in particolare dal settentrione.

In questo periodo vi fu un riavvicinamento al volgare, proprio perchè vi erano degli esempi da poter imitare e cioè quello di Petrarca, e Boccaccio; il primo veniva imitato per la poesia, il secondo per la prosa.

Proprio per questa imitazione alla poesia di Petrarca si comincia a parlare di petrarchismo che è il modello poetico per eccellenza da tutti i punti di vista.

 

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