Il Secretum è un’opera di meditazione di tipo religiosa e morale, il cui nome per intero è De secreto conflictu curarum mearum (conflitto segreto, nascosto, dai miei affanni interiori). Tale opera fu scritta con grande probabilità tra il 1342-1343, e poi ripresa nel 1353, essa rimase segreta fino alla morte di Petrarca, proprio per suo volere.
Il Secretum fu scritto a seguito della crisi di quegli anni del poeta, dovuta alla decisione del fratello di diventare monaco. Ciò porto in lui una crescente consapevolezza di non essere capace di liberarsi delle passioni terrene. Quindi volle scrivere un’autobiografia come quella di sant’Agostino che verso i 40 anni si convertì e di tale percorso ne parlo nelle “Confessioni”.
Il Secretum è un dualogo in latino, in tre libri, tra il poeta e sant’Agostino che per Petrarca è una guida spirituale.
Il dialogo si svolge in tre giorni alla presenza di una donna bellissima, sempre in silenzio, che è la verità. I protagonisti sono due, ma in effetti è lo stesso Petrarca che sdoppia la propria personalità. Infatti, lui stesso, rappresenta l’uomo debole e preda delle passioni, invece Agostino rappresenta l’immagine della coscienza superiore di Francesco che fruga nell’animo dello stesso.
Nel I libro Petrarca riconosce i suoi desideri terreni e lamenta di essere infelice nonostante gli sforzi compiuti per giungere alla verità. Quindi mette in evidenza come lui non non avesse la forza e la volontà per vivere secondo gli ideali cristiani perchè aveva una volontà debole.
Nel II libro Petrarca passa in rassegna i 7 peccati capitali ed afferma di essere colpevole di tutti escluso dell’invidia. Sicuramente l’accidia è il peccato di cui lui era maggiormente colpevole, perchè mancando di volontà si può dire che avesse gettato il suo animo in una tristezza perenne.
Nel III libro, Agostino discute delle colpe più radicate di Francesco, cioè il desiderio d’amore e quello di gloria. Infatti, l’amore per Laura, secondo Agostino aveva allontanato l’animo di Petrarca dall’amore verso Dio. Però dopo queste accuse Francesco si difende con molta fermezza affermando che quelle erano solo inclinazioni innocenti a cui non avrebbe mai potuto rinunciare.
Alla fine di tutto, il dialogo non si chiude perchè Francesco riconosce il fatto di essere legato alla mondaneità, ma allo stesso tempo dice di non riuscire a frenare il suo desiderio.
Il latino usato nell’opera da Petrarca, non è tormentato e contorto come invece la vicenda racconta, anzi è limpido e armonioso.