Il Settecento è considerato il secolo dell’ illuminismo, un movimento di pensiero che si basava sull’uso della ragione per illuminare le menti degli uomini e che affermava che solo usando il pensiero, ragionamenti logici si poteva giungere alla verità su ogni cosa.
L’illuminismo era spinto da un forte spirito critico e polemico verso ciò che era sbagliato e da una fede assoluta sulla ragione umana, si basava su diversi principi:
- La fede nel progresso sia culturale che scientifico;
- L’uguaglianza e la fratellanza tra gli uomini;
- La libertà di critica: ogni concetto, pensiero, e tradizione poteva essere contestata e criticata;
- La fiducia nella ragione, come unico mezzo per raggiungere la felicità, e soprattutto doveva essere considerato un bene che apparteneva a chiunque.
Prese forma così una nuova figura intellettuale, ossia quella dell’illuminista che aveva il compito di diffondere il lume della ragione.
Nei vari stati questo movimento di pensiero si diffuse in maniera diversa ed ebbe diversi esponenti importanti, le sue origini sono da ricercare in Inghilterra, che era a quei tempi il centro di ritrovo degli scienziati, ma la maggior diffusione si ebbe in Francia dove molti intellettuali volevano trasformare la società che era ancora sottomessa all’assolutismo del re.
Qui i maggiori esponenti furono: Charles de Montesquieu, Voltaire, Jeann-Jacques Rousseau, e Diderot e d’Alembert.
Montesquieu pubblicò nel 1748 l’opera “Lo spirito delle leggi” nella quale affermava che ogni popolo doveva scegliere la forma di governo più adatta perché non esisteva un modello politico uguale per tutti , inoltre i poteri fondamentali di uno Stato, cioè quello legislativo, esecutivo e giudiziario non dovevano essere nelle mani di una sola persona , ma dovevano essere divisi tra organismi diversi che si controllano tra loro, solo in questo modo si può garantire la libertà di un popolo e il rispetto delle leggi. Montesquieu diede in questo modo l’impronta che sta alla base dei paesi democratici.
Voltaire, invece, basò il suo pensiero sulla tolleranza e nell’opera “Il trattato sulla tolleranza” affermò che ogni governo non doveva imporre al popolo di seguire idee nelle quali non credevano, ognuno aveva la sua libertà di espressione e opinione. Celebre è la sua frase “ Disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”.
Le sue idee rispetto agli altri illuministi non erano radicalmente rivoluzionarie, infatti lui accettava un governo guidato da un sovrano autoritario ma egli doveva essere guidato dalla ragione e usare il potere a favore dei cittadini.
Diderot e d’Alembert invece scrissero l’ “Encycloédie”, ovvero il Dizionario ragionato di scienze, delle arti e dei mestieri. Era una raccolta di tutti i saperi dell’epoca, non solo della cultura teorica ma anche di quella pratica, data dall’esperienza di artigiani e operai. Fu un ‘opera che cercava di diffondere le idee illuministe, più volte il papa cercò di sospenderla ma venne comunque pubblicata, solo che il costo elevato permise solo alla ricca borghesia di poterne farne uso e quindi ne beneficiò solo una piccola parte della popolazione.
Rousseau scrisse invece “Il contratto sociale” nel quale asseriva che gli uomini sono liberi e tutti uguali per cui uno stato nasce da un patto tra tutti i cittadini e il potere appartiene al popolo, la sua idea rivoluzionaria era quella che dava origine ad uno stato democratico, dove le leggi devono essere approvate da tutti i cittadini che sono uguali di fronte alla legge.
Anche negli altri stati l’illuminismo si sviluppò tenendo conto sempre dei vari poteri che erano al governo .
In generale dal punto di vista religioso il pensiero illuminista portò a due orientamenti : il deismo e l’ateismo.
Il deismo si basava sull’ esistenza di un Dio che non coincide con quello cristiano, il quale agisce seguendo delle leggi che non sempre sono comprensibili o favorevoli agli uomini, i quali devono credere alla sola ragione e non più a tutti i dogmi che erano legati alla superstizione.
L’ateismo negava invece l’esistenza di un Dio, e la religione era solo uno strumento per controllare il popolo. Bisognava basare la propria vita solo sulla ragione, unico mezzo per uscire dall’oscurità.
Gli illuministi si dedicarono anche allo studio dell’economia, anche in questo settore c’era bisogno di libertà in quanto in quasi tutti gli stati bisognava pagare tasse e dazi per lo scambio di merci, e per le diverse attività commerciali c’era bisogno di licenze e permessi.
Tra i vari studiosi ci fu lo scozzese Adam Smith che propose una sorta di liberalismo nell’economia, che consisteva in una libertà di azione, senza necessitare dell’intervento dello Stato. Le sue idee si diffusero in tutta Europa e divennero fondamentali per la trasformazione dell’economia che poi portarono durante il settecento ad un enorme sviluppo dell’industria.
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