Il supino è un nome verbale della quarta declinazione e ha solo due casi e cioè l’accusativo in -um (impropriamente detto attivo) e l’ablativo in -u (impropriamente detto passivo).
Esso non colloca un’azione nel tempo.
Il supino in -um si usa in associazione a verbi di movimento (venio, mitto..). Quindi è adoperato per esprimere una proposizione finale. In passato veniva detto accusativo di direzione.
Cubitum discessimus.\ Andammo a dormire.
Galli gallinacei cum sole eunt cubitum.\ I galli vanno a dormire al tramonto.
Il supino in -u ha valore di ablativo di limitazione e si usa in dipendenza da aggettivi come facilis, difficilis, horribilis, optimus, turpis, mirabilis ecc.
Si trova usato con pochi verbi come: dictu (a dirsi), factu ( a farsi), auditu ( a udirsi), visu ( a vedersi), cognitu ( a conoscersi), memoratu ( a ricordarsi), intellectu (a capirsi)…
Quod optimum factu videbitur, facies.\ Farai ciò che ti sembrerà la cosa migliore da farsi.
In dictu opus est.\ Bisogna dire così.
Nihil dignum memoratu actum est.\ Non fu fatta nessuna cosa degna di essere ricordata.