Alla fine della Seconda Guerra Mondiale in Cina riprese lo scontro tra i comunisti, guidati da Mao Zedong, e il partito nazionalista che durante il conflitto mondiale, per la loro patria, si erano uniti per contrastare l’avanzata del Giappone in Cina.

Questi contrasti portarono a una guerra civile che si protrasse tra il 1945 e il 1949 e che si concluse con la vittoria dei comunisti e la nascita della Repubblica Popolare Cinese.

Mao Zedong instaurò una dittatura assumendo pieni poteri, ed è rimasto a capo della Cina fino alla sua morte avvenuta nel 1976. Oltre alla Repubblica Popolare Cinese nacque anche la Repubblica di Cina nell’isola di Taiwan, essa fu fondata dagli sconfitti della guerra civile, i nazionalisti. Solo questa Repubblica fu riconosciuta dagli Stati Uniti e dagli altri Paesi Occidentali come Stato cinese legittimo.

L’INVASIONE DEL TIBET

Mentre veniva fondata la Repubblica Popolare Cinese, in Tibet si stava verificando una guerra per la rivendicazione della propria autonomia sotto la guida della più alta autorità religiosa buddista, il Dalai Lama. In pratica quello era un territorio con un alta concentrazione di monaci. Quindi nel 1950 l’esercito cinese invase il Tibet e il Dalai Lama, che all’epoca aveva solo 15 anni, riuscì a trovare un accordo con gli invasori che consisteva nella presenza di un contingente cinese a Lahasa, la capitale tibetana.

Nel 1959 ci fu una grande ribellione del popolo tibetano nei confronti delle truppe cinesi, ma ciò portò ad una violenta repressione e alla morte di 70 000 persone, tra cui molti monaci. Inoltri, molti tibetani furono deportati e costretti a non poter professare più la loro religione. Lo stesso Dalai Lama dovette fuggire e si rifugiò in India, dove attualmente risiede ed è ancora un’importante guida spirituale per il Buddismo mondiale.

L’ECONOMIA CINESE

La Cina prima di diventare Repubblica Popolare Cinese era un Paese fortemente arretrato perchè a causa delle continue guerre non c’era stato alcun sviluppo industriale e quindi l’economia era ancora basata su un’agricoltura anch’essa arretrata. A causa di ciò la maggior parte della popolazione versava in condizioni di grande povertà e le ricchezze erano in mano di pochi proprietari terrieri.

Quando salì al potere Mao come dittatore , avviò una grande riforma agraria che prevedeva la distribuzione di terre ai contadini e la creazione di cooperative agricole. Fece tutto ciò per rilanciare l’economia e creare i presupposti per lo sviluppo industriale. Però nonostante i grandi sforzi la realtà fu peggiore delle aspettative perchè i raccolti non furono fruttuosi e l’industria non decollò come si sperava.

Nel 1958, Mao non si arrese è iniziò un nuovo piano di sviluppo economico chiamato “grande balzo in avanti” in cui sarebbero serviti solo cinque anni per vedere i risultati di un notevole e rapido sviluppo industriale. Anche questo fu un flop quindi Mao pensò che il motivo di questi fallimenti fosse dovuto al fatto che il popolo non fosse ancora abituato agli ideali del comunismo e quindi che dovesse essere educato attraverso una rivoluzione culturale in cui la popolazione doveva essere indottrinata secondo i principi del comunismo. Non era ammessa alcuna forma di dissenso, coloro che lo facevano venivano accusati di essere “nemici della Rivoluzione” e quindi del popolo cinese. Per questo motivo milioni di persone tra uomini e donne furono arrestati e condannati a morte quasi senza processo.

Programma di Storia di terza media