Dopo la scomparsa dei fratelli Gracco i contrasti fra patrizi e plebei non cessarono; il senato continuava a difendere i propri privilegi. La situazione precipitò quando furono eletti consoli Caio Mario, rappresentante dei plebei, e Lucio Cornelio Silla, capo del partito senatorio. Entrambe erano capaci ed avevano alle spalle un esercito fedele.
Mario realizzò una riforma dell’esercito; infatti fu permesso ai proletari di arruolarsi volontariamente e fu concesso uno stipendio, in modo che anche loro potevano diventare soldati di professione. Da allora in poi, tutti i soldati ricevevano parte del bottino di guerra in modo che divennero più fedeli ai propri generali che allo stato.
La guerra civile tra Mario e Silla fu terribile; alla fine prevalse Silla, che marciò con il suo esercito verso Roma per scacciare Mario. Dopo la vittoria Silla si proclamò dittatore a vita e fece compilare delle liste di proscrizione, con i nomi dei seguaci di Mario dichiarati fuorilegge. Silla però morì pochi anni dopo.
Dopo la guerra civile tra Mario e Silla vi furono aspre lotte per il potere fra i generali di Roma; tra questi emerse Pompeo successore di Silla. Egli si alleò con il ricchissimo Licinio Crasso, rappresentante dell’aristocrazia, e con il giovane Caio Giulio Cesare.
Nel 60 a.C. Pompeo, Cesare e Crasso strinsero un triumvirato, con il quale si divisero il potere e le terre da governare.
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