DESTRA STORICA
Una volta unificata l’Italia fu governata da governi della Destra storica, cioè lo schieramento alla quale apparteneva Cavour. Essi rappresentavano gli interessi dei proprietari terrieri e degli imprenditori. Affrontarono molti cambiamenti per migliorare l’economia dell’Italia come il libero scambio internazionale per ottenere maggiori guadagni dall’esportazione dei prodotti. Inoltre, riuscirono a mettere in ordine i conti dello Stato, terminarono l’unificazione con la presa di Roma e l’annessione del Veneto, estesero tutte le leggi per tutta l’Italia, migliorarono la rete ferroviaria.
Purtroppo molte questioni rimasero irrisolte, infatti non ci fu la riforma agraria che avrebbe dovuto contribuire a migliorare le condizioni del Sud, inoltre, la percentuale di analfabeti rimase molto alta.
Per far risanare il bilancio dello Stato aumentarono molto le imposte indirette.
LA SINISTRA STORICA
Il popolo a causa di tutte queste tasse cominciò a protestare e ciò favorì la vittoria nelle elezioni del 1876 della Sinistra storica. Il capo del governo divenne Agostino Depretis.
Questa Sinistra era un raggruppamento liberale formato da industriali del Nord e proprietari terrieri del Sud. Questo schieramento politico adottò una politica protezionista, introducendo enormi dazi sui prodotti importati sperando di favorire lo sviluppo delle grandi industrie del Nord.
La Sinistra aveva come obiettivo il miglioramento delle condizioni delle classi più povere in modo che proprio le classi popolari diventassero i consumatori di ciò che producevano le industrie.
Essi crearono una nuova legge sull’istruzione nel 1877 che portava l’obbligo scolastico fino a tre anni della scuola elementare, fu allargato nel 1882 il diritto di voto ma rimasero sempre esclusi le donne, i cittadini più poveri e gli analfabeti, infine fu abolita la tassa sul macinato che aveva creato molto malcontento tra i contadini.
A conti fatti nè Destra storica nè Sinistra storica erano riusciti a rimediare alla grave situazione di arretratezza del Paese sia dal punto di vista economico, sia politico che sociale.
La vita nelle grandi città divenne sempre peggio per i più poveri. Aumentò il prezzo di molti generi alimentari, soprattutto del pane e gli stipendi restavano sempre gli stessi. I sindacati proclamarono scioperi a cui parteciparono migliaia di lavoratori.
La rivolta più grave fu quella del 1898 a Milano dove lo Stato mobilitò l’esercito comandato da Fiorenzo Bava Beccaria che fece sparare i cannoni contro la folla provocando una strage. Anche i provvedimenti repressivi presi dal governo risultarono inefficaci e quindi si venne a creare una dura opposizione in parlamento che portò il re Umberto I a scioglierlo e convocare nuove elezioni politiche che nel 1900 portarono alla vittoria della Sinistra.
Programma di Storia di terza media