La Divina Commedia , scritta da Dante Alighieri quando era in esilio, è un’opera fondamentale per la letteratura italiana, anche perchè ci da’ moltissime informazioni sulla situazione storico culturale del Duecento, cioè dell’epoca in cui visse Dante. Inoltre, è un’opera ricca di conoscenze scientifiche, astronomiche, filosofiche, si parla dei vizi e delle virtù e di tutti gli aspetti della vita quotidiana. Tutto ciò Dante lo fa con il volgare fiorentino, per questo Dante è considerato come il padre della lingua italiana.
La Divina commedia è un poema scritto in versi endecasillabi, composto da 100 canti in terzine, inoltre è diviso in tre parti o cantiche che corrispondono ai tre regni dell’oltretomba: Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Ogni cantica è composta sa 33 canti, escluso l’inferno che ne ha una in più, che rappresenta l’introduzione.
Nel poema il poeta ricorre spesso all’uso del numero tre considerato il numero perfetto (il numero della trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo) e dei suoi multipli che nel Medioevo avevano un valore religioso.
Il poema è il racconto di un viaggio che il poeta fa all’età di 35 anni nei tre regni dell’oltretomba, l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso e dura 6 giorni dal giovedì santo del ‘300, che allora era il 7 aprile al mercoledì successivo, il 13 aprile.
In questo viaggio Dante incarna l’intera umanità che ha bisogno di ritrovare la via del bene, superando il peccato e la corruzione che a quei tempi era radicata tra gli uomini. Egli vuole mettere in evidenza i vizi dell’uomo, condannarli e spingerli a ritrovare la Fede.
Tutto ciò lo fa rendendosi protagonista e raccontando che si era così perso nei vizi da non riuscire a riconoscere il bene dal male. Quindi intraprende questo viaggio per raggiungere Dio, il bene assoluto.
In questo viaggio è accompagnato da tre guide:
- Virgilio, il poeta latino,simbolo della ragione,lo accompagna nell’Inferno e nel Purgatorio;
- Beatrice, simbolo della Grazia divina, lo conduce fino alla cima del purgatorio;
- San Bernardo, insieme a Beatrice, lo accompagnerà attraverso il Paradiso.
Le guide sono indispensabili al poeta per compiere questo viaggio perchè essendo lui vivo non avrebbe potuto intraprenderlo, così era successo a molti eroi classici come Achille, Ulisse ed Enea.
L’inferno è il primo regno dell’oltretomba che Dante visita. Esso è immaginato dal poeta come un grosso imbuto, le cui pareti sono scavate nella roccia e formano tanti enormi gradini, ognuno dei quali costituisce un girone o cerchio.
Esso è una voragine che è stata formata dalla caduta di Lucifero e dei suoi angeli ribelli dal Cielo, che erano stati cacciati da Dio.
Tale imbuto da Dante fu diviso in due parti: Alto e Basso Inferno; in tutto divisi in nove cerchi, ognuno dei quali corrisponde a una colpa. L’inferno è avvolto nel buio, perchè i dannati sono condannati per l’eternità a non vedere la luce di Dio. Tanto più grave è la colpa dei dannati tanto più saranno collocati in basso. A ognuno di loro viene data una pena secondo la legge del contrappasso o per analogia, quindi questa rispecchierà la colpa di cui il dannato si è macchiato in vita o per analogia o per contrasti.
Durante il viaggio per i cerchi Dante incontra tanti personaggi della sua epoca e delle epoche passate con cui scambia intensi dialoghi.
Nell’Alto Inferno troviamo il settore degli incontinenti, cioè coloro che non hanno saputo controllare le loro passioni in vita.
Nel Basso Inferno sono collocati i violenti, coloro che hanno usato violenza contro gli altri e anche contro loro stessi, i fraudolenti, coloro che hanno ingannato e i traditori, divisi in zone diverse a seconda del tipo di tradimento commesso.
Cerchio | Anime | Pene assegnate |
Anti- inferno | Ignavi | In vita non ebbero ideali e non scelsero mai nulla. Per la legge del contrabbasso corrono dietro una bandiera punzecchiati da vespe e mosconi. |
I cerchio: il Limbo | Non battezzati | Non conobbero Dio da vivi, per contrabbasso come pena non potranno mai conoscerlo. |
II cerchio | Lussuriosi | Travolti dalla passione in vita, ora per analogia sono travolti da una bufera di vento. |
III cerchio | Golosi | In vita bevvero e mangiarono in eccesso: ora sono immersi nel fango, tormentati da una pioggia gelida e squartati da Cerbero. |
IV cerchio | Avari e prodighi | In vita accumularono beni o li sperperarono; ora sono costretti a trasportare enormi macigni e si scambiano insulti. |
V cerchio | Iracondi Accidiosi | Accecati dall’ira da vivi, ora sono immersi nel fango della palude e si mordono vicendevolmente. |
VI cerchio | Eretici | La mancanza della fede in vita è punita per contrasto con la sepoltura in tombe infuocate. |
VII cerchioI girone | Violenti contro il prossimo | Per analogia, in vita si macchiarono di sangue altrui, ora sono immersi nel sangue bollente del fiume infernale e colpiti da frecce. |
VII cerchioII girone | Violenti contro se stessi (suicidi, scialacquatori) | I suicidi sono trasformati in piante, gli scialacquatori corrono nudi nella foresta dei suicidi e sono dilaniati da cagne feroci. |
VII cerchioIII girone | Violenti contro Dio (bestemmiatori) | In vita offesero Dio, ora sono stesi sulla sabbia infuocata e colpiti da una pioggia di fiamme. |
VIII cerchio diviso in 10 bolge | Fraudolenti, divisi in: ruffiani, adulatori, simoniaci, indovini e maghi, barattieri, ipocriti, ladri, consiglieri fraudolenti, seminatori di discordie, falsari | Per ognuna delle categorie dei fraudolenti è data una pena uguale o contraria alla colpa. |
IX cerchio diviso in 4 zone | Traditori verso i parenti, la patria, gli amici, i benefattori | In vita si macchiarono di tradimento, cioè furono gelidi verso chi li amava, quindi ora sono immersi fino al collo nel ghiaccio con il viso rivolto in basso. |
Alla montagna del Purgatorio si accede da una spiaggia, che rappresenta l’Antipurgatorio, ed è simmetrica alla voragine dell’inferno.
Nel Purgatori ci sono le anime che si sono pentite prima della morte e si purgano dei loro peccati, tramite una pena non eterna, prima di ritornare a Dio. I diversi livelli sono detti cornici e sono sette e corrispondono ai sette vizi capitali: superbia, invidia, ira, accidia, avarizia, gola, lussuria.
A differenza dell’inferno che più si scende e più i peccati diventano gravi, nel purgatorio man mano che si sale il peccato che si sconta è meno grave e i peccatori devono attendere meno tempo per accedere al Paradiso.
L’atmosfera è diversa dall’Inferno perchè qui le anime non devono subire una pena eterna, quindi sono mosse dalla speranza di accedere al Paradiso una volta espiati i loro peccati. E quindi esso è un ambiente predominato da colori chiari, da una sensazione di calma e serenità.
Alla fine del Purgatorio arriva Beatrice avvolta in una nuvola di fiori. Indossa una veste rossa con un mantello verde e il capo è avvolto da un velo bianco. I colori sono simbolici e rappresentano la fede, la soperanza e la carità.
Cornici | Anime | Pene |
Antipurgatorio-spiaggia | Negligenti verso la Chiesa | Devono aspettare, per raggiungere il Paradiso, un numero di anni che è pari agli anni trascorsi fuori dalla chiesa moltiplicato per trenta. |
I cornice | Superbi | In vita camminavano a testa alta: ora sono costretti a camminare curvi schiacciati dal peso di grossi massi affinchè divengano umili. |
II cornice | Invidiosi | Visto che in vita guardarono con occhi cattivi a causa dell’invidia gli altri: ora stanno seduti con gli occhi cuciti dal fil di ferro. |
III cornice | Iracondi | In vita furono accecati dall’ira: ora camminano accecati da una nebbia densa. |
IV cornice | Accidiosi | In vita furono pigri e dediti all’ozio: ora sono costretti a correre di continuo. |
V cornice | Avari e prodighi | In vita corsero dietro ai beni terreni: ora sono distesi faccia a terra, mani e piedi legati. |
VI cornice | Golosi | In vita non si saziarono mai: ora sono pelle ed ossa per la fame e la sete |
VII cornice | Lussuriosi | In vita furono travolti dalle passioni: ora camminano tra le fiamme. |
Infine Dante, con la compagnia di Beatrice, giunge in Paradiso. Per Dante è difficile spiegare la beatitudine che prova con le parole. Le anime sono splendenti, quasi accecanti , infatti, godono beate della luce divina.
Le anime dei beati sono divise in nove cieli concentrici. Essi ruotano attorno alla Terra grazie a un moto provocato dagli Angeli. I nove cieli sono avvolti dall’Empireo che è la sede di Dio. In esso si trova la candida rosa, cioè un anfiteatro dove siedono i Beati in contemplazione di Dio.
Cieli | Anime | Stati di beatitudine |
I cielo: Luna | Spiriti che hanno mancato ai loro voti | Appaiono come immagini evanescenti, come se fossero riflesse. Qui incontra Piccarda Donati, sorella dell’amico del poeta. |
II cielo: Mercurio | Spiriti che fecero del bene per la gloria | Appaiono come una miriade di punti luminosi . Incontra l’imperatore Giustiniano |
III cielo: Venere | Spiriti che trasformano l’amore terreno in divino | Le anime girano più velocemente, quanto più è intensa la visione di Dio, quindi appaiono come voci modulate in coro. Qui incontra Carlo Martello, il primo figlio del re Carlo d’Angiò. |
IV cielo: Sole | Spiriti saggi | Le anime danzano e cantano, disposte in tre corone concentriche. Incontra San Tommaso e San Bonaventura. |
V cielo: Marte | Spiriti combattenti per la fede | Appaiono come luci che formano una croce. Dante incontra Caccaguida, un suo antenato, che gli predice l’esilio. |
VI cielo: Giove | Spiriti che in terra operarono secondo giustizia | Le anime formano un’aquila, simbolo della giustizia divina. |
VII cielo: Saturno | Spiriti contemplativi | Si muovono lungo una scala luminosa tanto alta che non si vede la sommità. |
VIII cielo: Stelle fisse | Spiriti caritatevoli | Sono luci accese da un sole abbagliante, in cui traspare la figura di Cristo. |
IX cielo: Primo mobile | Cori angelici | nove cerchi luminosi, che ruotano intorno a Dio. |
Empireo | Candida rosa | I Beati sono disposti in cerchio a formare la candida rosa. Dante ha la visione di Dio. |