La poesia trobadorica
Durante il XII e il XIII secolo, le corti feudali francesi diventarono centri di produzione di una letteratura di intrattenimento basata sui valori della società cortese.
La prima manifestazione della cultura cortese fu la lirica provenzale. Essa fiorì in Provenza tra la fine del XI e XIII secolo ed era scritta in lingua d’oc.
La Provenza è una regione della Francia posta tra il Mediterraneo, le Alpi meridionali e la frontiera con l’Italia. Quindi era un luogo strategico tra Spagna, Francia settentrionale e Italia.
La lirica provenzale elaborò gli ideali cortesi, era una poesia cantata in pubblico e accompagnata con la musica.
I poeti che la compongono venivano chiamati trovatori (trobadors, dal termine trobar che significa inventare, trovare). Gli stessi trovatori, a volte esponevano le loro opere davanti al pubblico oppure demandavano ciò ai giullari che erano cantori professionisti, dotati di una certa cultura, però sicuramente erano a un livello sociale inferiore rispetto ai trovatori.
Proprio per in nome dato agli autori della poesia provenzale essa viene anche detta poesia trobadorica.
A noi sono giunte circa 2542 opere della lirica provenzale e 460 delle quali riportano l’autore, probabilmente ormai chi scrive vuole tramandare il suo nome.
Molti trovatori erano dei nobili e tra questi uno dei più famosi fu Guglielmo IX d’Aquitania, grande signore feudale , amante della guerra e dei piaceri; egli ha lasciato una decina di testi.
Il tema principale della poesia trobadorica è l’amor cortese dove l’uomo adora la sua donna e si proclama suo umile servitore, infatti la donna diventa oggetto di venerazione e a lei il poeta si rivolge senza pretendere nulla. Questo è un amore adultero perché la donna amata è sposata, allo stesso tempo è un amore che non verrà mai appagato perché la donna non tradirebbe mai il marito. Quindi si può dire che il poeta parla di un amore più concettuale che reale, più qualcosa di mentale.
Queste poesie dal punto di vista tecnico, metrico e stilistico può essere divisa in due: il trobar leu (poetare dolce) cioè uno stile più semplice e aggraziato, quindi facilmente accessibile; e il trobar clus (poetare chiuso) che è uno stile molto elaborato, artificioso che accentua volutamente la difficoltà espressiva e della comunicazione. Questa seconda scelta di comporre potrebbe sembrare strana, invece i pubblico apprezzava questi versi così complicati perché rendevano più profondo il contenuto e davano maggiore pregio alla forma.
Oltre al tema d’amore la poesia provenzale trattò anche temi politici, presentati in un’ottica religiosa.