Nel corso del tempo, le credenze religiose dei Romani subirono molti cambiamenti.
Durante la monarchia e nei primi tempi della repubblica, la religione era legata ad elementi naturali: erano considerate divinità le fonti d’acqua, la terra , il bosco, gli alberi, gli animali.
Venivano inoltre adorate alcune divinità familiari: i Lari, cioè gli spiriti degli antenati, e i Penati, protettori della casa e della famiglia. Ogni casa aveva un altare per il culto domestico.
In seguito alle conquiste e ai contatti con altre genti, a Roma si cominciarono a venerare nuovi dei. I Romani, infatti, non imponevano la propria religione alle popolazioni conquistate, anzi spesso accoglievano divinità straniere come proprie. In particolare vennero attratti dalla religione greca e fecero propri, cambiandone semplicemente il nome, tutti gli dei di questa civiltà.
- Giove corrispondeva a Zeus ed era il padre di tutti gli dei;
- Giunone corrispondeva ad Hera che era la moglie di Giove e dea dei matrimoni;
- Marte corrispondeva ad Ares ed era il dio della guerra;
- Minerva corrispondeva ad Atena ed era la dea della sapienza;
- Venere corrispondeva ad Afrodite ed era la dea dell’amore;
- Nettuno corrispondeva a Poseidone ed era il dio del mare;
- Diana corrispondeva ad Artemide ed era la dea della caccia;
- Vulcano corrispondeva ad Efesto ed era il dio del fuoco;
- Mercurio corrispondeva ad Ermes ed era il messaggero degli dei;
- Apollo mantiene il suo nome ed era il dio del Sole;
- Giano era un dio tutto romano ed era dio della creazione e delle porte.
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Anche l’imperatore veniva considerato sacro: in omaggio a Roma e al suo potere, tutti i suoi sudditi dovevano prostrarsi di fronte a lui e venerarlo.
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