Gli Etruschi erano un popolo molto religioso erano politeisti e sottomesso agli dei e ogni città aveva le sue divinità.

Essi pensavano che gli dei avessero una volontà immutabile e spesso ostile agli uomini, perciò cercavano di conoscere il volere divino, in modo da evitare di compiere azioni in momenti sfavorevoli. I sacerdoti specializzati nella divinazione, ossia nell’arte d’interpretare i segni della volontà divina, erano gli auguri e gli auspici.

Gli auguri studiavano i fulmini nel cielo e il volo degli uccelli; gli aurispici leggevano le viscere degli animali sacrificati. Gli dei etruschi ricordano molto quelli greci: Tinia corrispondeva a Zeus, Uri a Era, Nethus a Poisedone…. Tutti gli dei insieme formano il grande tribunale dell’aldilà, dove i genii (guardie) conducevano l’anima del defunto a un processo che si concludeva o con una condanna o con un’assunzione in paradiso.

    

Le necropoli

Presso gli Etruschi aveva grande importanza il culto dei morti.

Come gli Egizi, anche gli Etruschi credevano che la vita continuasse dopo la morte e per questo costruivano i loro cimiteri come vere e proprie città dei morti, le necropoli. Queste sorgevano fuori dalle mura della città.

Le tombe erano simili a vere e proprie case, complete di tutto quanto sarebbe servito al defunto per la vita nell’aldilà. Gli oggetti e i dipinti custoditi nelle tombe hanno permesso agli storici di ricostruire lo splendore della civiltà etrusca.

Gli Etruschi come i Villanoviani, bruciavano i cadaveri e raccoglievano le ceneri in urne. Con il tempo però abbandonarono questa usanza e iniziarono a deporre i defunti in casse di legno o in sarcofagi di pietra o terracotta.

 

Programma storia quinta elementare