Giolitti era convinto che per risolvere i problemi del Paese fosse indispensabile coinvolgere i socialisti e i cattolici perchè entrambe volevano migliorare le condizioni dei più poveri. Ovviamente era un’impresa non facile unire entrambe.
I socialisti non volevano entrare a far parte del governo ma erano divisi in moderati e riformisti a capo di questi vi era Filippo Turati e Claudio Treves che appunto appoggiavano Giolitti e tutte quelle riforme che riguardavano i lavoratori, invece dall’altro lato c’erano i socialisti rivoluzionari che auspicavano a ben altre soluzioni. L’ala moderata riuscì a prevalere e ad aiutare il capo del governo in molte situazioni, fino a quando Turati e i suoi furono messi in minoranza dall’ala rivoluzionaria.
Per quanto riguarda i cattolici nel 1904 papa Pio X fece cadere molti divieti imposti dal papa precedente come il Non expedit che proibiva ai fedeli di partecipare alla vita politica. Quindi per alcuni cominciava a nascere la necessità di fondare un partito cattolico, invece altri volevano semplicemente dare il loro appoggio ai candidati cattolici di partiti già esistenti.
Accadde che all’interno del mondo cattolico dopo un lungo conflitto tra i due schieramenti, si andò affermando un orientamento democratico e cristiano che faceva capo a due sacerdoti: Romolo Murri e Luigi Sturzo. Entrambe credevano che i cattolici dovessero impegnarsi nella vita politica in modo coerente con la fede religiosa. Ovviamente la loro posizione fu una grande novità all’interno del mondo cattolico.
Un altro movimento politico era quello nazionalista che era in contrasto sia con i socialisti che con i democratici. Essi erano sostenuti dai conservatori e dagli industriali e credevano che bisognasse creare uno Stato forte e che la guerra lo potesse permettere. I nazionalisti erano ostili nei confronti dell’Impero austro-ungarico e volevano che l’Italia divenisse una potenza coloniale. Giolitti si trovò d’accordo su quest’ultimo punto, infatti nel 1911 occupò la Libia, sotto il dominio dell’Impero ottomano, nonostante che i vantaggi economici non fossero chiari. Nel 1912 divenne una colonia italiana con il trattato di Losanna.
Nel 1913 si tennero le prime elezioni a suffragio universale maschile, ma Giolitti non era convinto di vincere quindi cercò l’appoggio dei cattolici.
Strinse così un accordo con i cattolici conservatori chiamato Patto Gentiloni, dove in cambio del loro sostegno il capo del governo doveva introdurre l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole. In questo modo sperava di contrastare il partito socialista alle elezioni.
L’appoggio dei cattolici fu determinante, anche se il nuovo governo non riuscì a mantenere la maggioranza in parlamento. Quindi i contrasti tra il governo e il partito socialista, l’insofferenza della borghesia industriale, che lo riteneva troppo vicino ai lavoratori, lo portarono a dimettersi nel 1914.
Programma di Storia di terza media