Per completare l’ unità d’ Italia restava da conquistare il Triveneto e Roma. L’occasione per la conquista del Veneto, ancora sotto il dominio Austriaco , ci fu quando in Prussia salì al trono Guglielmo I e divenne cancelliere Otto von Bismarck, egli voleva rafforzare la potenza della Prussia annettendo ad essa i 39 Stati in cui era stata divisa la Germania al congresso di Vienna e che erano sotto il dominio austriaco.
Siccome l’ Italia voleva sottrarre all ‘Austria il Veneto, appoggiò la guerra della Prussia contro l’ Austria così in caso di vittoria avrebbe ottenuto il Veneto.
La guerra durò non più di tre settimane e si concluse con la vittoria della Prussia nel giugno del 1866 nella battaglia di Sadowa, mentre l’esercito Italiano fu sconfitto nella battaglia di Custoza.
La vittoria a Sadowa decretò la sconfitta dell’ Austria che cedette la guida della confederazione alla Prussia ,e il Veneto all’ Italia e per questo tale conflitto rappresentò la terza guerra d’ indipendenza.
All’ Italia restava da conquistare solo Roma ma lo Stato era consapevole che la città apparteneva al papa Pio IX ed era sotto la protezione di Napoleone III.
Un tentativo fu fatto da Garibaldi che con le sue truppe dall’ Aspromonte tentò una marcia verso Roma ma subito intervenne Napoleone che minacciò di dichiarare guerra all’ Italia, così siccome il governo italiano non poteva inimicarsi una potenza come la Francia inviò l’ esercito per fermare i garibaldini.
Nel 1864 per dimostrare alla Francia la non volontà di impadronirsi di Roma, il governo spostò la capitale da Torino a Firenze, in cambio Napoleone ritirò la truppe francesi dallo stato pontificio.
Più tardi nel 1870 i Prussiani sconfissero la Francia nella battaglia di Sedan e Roma non essendo protetta dalle truppe francesi fu conquistata e dichiarata capitale d’Italia, il 20 settembre un gruppo di bersaglieri entrò nella città aprendo un varco nelle mura presso Porta Pia , dopo pochi giorni con un plebiscito il popolo romano votò l’annessione di Roma e del Lazio all’ Italia.
A questo punto il governo approvò la legge delle guarentigie con la quale si assicurava al papa la libertà di svolgere la sua missione spirituale e gli concedeva i palazzi del Vaticano, ma tale legge non fu mai accettata dal pontefice Pio IX.
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