Alessandro Manzoni nasce il 7 marzo 1785 a Milano da Pietro Antonio Manzoni non più giovanissimo, e dalla ventitreenne marchesina Giulia Beccaria, figlia di Cesare, uno dei più illustri rappresentanti dell’illuminismo lombardo diventato famoso per il saggio “Dei delitti e delle pene“.
Pietro Manzoni apparteneva alla piccola nobiltà, quindi il matrimonio tra i genitori di Alessandro, celebrato nel 1782, era un matrimonio d’interesse. Ovviamente la giovane Giulia non era contenta di ciò perchè era legata sentimentalmente al cavalier Giovanni Verri, fratello dei famosi animatori del periodico “Il Caffè”.
Tre anni dopo nacque Alessandro, però fu frutto della relazione extraconiugale della madre con Verri. Lo scandalo fu soffocato perchè Pietro riconobbe il figlio come suo, ma ormai il rapporto dei due sposi era compromesso, infatti nel 1792 si separarono legalmente e nello stesso periodò finì anche la relazione con l’amante.
Il piccolo Manzoni, come era abitudine in quell’epoca, visse con una balia un’infanzia solitaria.
A sei anni Alessandro va in collegio, dove vi trascorre tutta la sua adolescenza, qui i monaci proteggono gli allievi dall’occupazione lombarda da parte dei francesi e in seguito potranno anche assistere alla cacciata di quest’ultimi. In questi collegi ricevette la tradizionale educazione classica e sviluppò una profonda avversione verso i metodi pedagogici dei religiosi.
Nel frattempo la madre Giulia, dopo la separazione da Pietro nel 1795 decide di seguire il suo nuovo compagno, Carlo Imbonati, in Inghilterra e poi a Parigi. A Parigi la coppia fu accolta benissimo ed entra a far parte dei circoli più influenti.
Nel 1802 Alessandro esce dal collegio e va a vivere nella casa paterna con alcuni zii, in questo periodo si lega ad alcuni intellettuali come Foscolo, Monti, Cuoco e Lomonaco che lo fecero avvicinare alle idee liberali e ad allontanarsi da quelle giacobine. Fu questo un periodo felice dedito anche al gioco e alle avventure galanti.
Dopo solo un anno, il padre preoccupato per le frequentazioni del figlio lo fa trasferire a Venezia da un cugino. In questo periodo scrive l’idillio l’Adda dedicato a Vincenzo Monti, ed altre opere.
Una svolta importante nella vita del giovane scrittore è il ricongiungimento della madre a seguito della morte improvvisa di Carlo Imbonati nel 1805. La circostanza spinge Alessandro a raggiungere la madre a Parigi. In questa città vi rimarrà per circa cinque anni e ciò sarà decisivo per la sua crescita intellettuale, ma anche per la sua vita sentimentale e religiosa. Dopo questi eventi scrive il carme “In morte di Carlo Imbonati“
A Parigi grazie alla madre viene introdotto nella “Société d’Auteuil”. Un prestigioso salotto culturale dove si riunivano gli idéologues, cioè gli eredi spirituali degli enciclopedisti e quindi del patrimonio illuminista. Essi si ponevano come continuatori della cultura dell'”Enciclopedia”.
In questo contesto il giovane Alessandro può irrobustire la propria cultura filosofica e grazie alla frequentazione di Fauriel, anche quella romantica.
Con lo stesso Fauriel stringe una forte amicizia e grazie ad un fitto scambio di lettere l’uomo diviene un importante punto di riferimento per Manzoni che chiederà un suo consiglio in molte circostanze. Si può dire che grazie a lui Alessandro passa in modo graduale dall’illuminismo al romanticismo.
Nel 1807 muore a Milano Pietro Manzoni che rese il figlio erede universale. Nell’ottobre dello stesso anno incontra a Milano la giovanissima Enrichetta Blondel , di confessione calvinista. Dopo pochi mesi i due si sposano secondo il rito religioso della moglie. I giovani sposi insieme a Giulia Beccaria fanno ritorno a Parigi . Il 23 dicembre del 1810 nasce Maria Giulia Claudina Elisabetta la prima di dieci figli, dei quali solo due sopravvivranno al padre. In questo periodo compone il poemetto mitologico Urania, di cui non è molto contento e Partenide.
Il 15 febbraio del 1810 il matrimonio tra Alessandro ed Enrichetta viene celebrato con rito religioso misto, grazie alla concessione del papa Pio VII.
Il 2 aprile si verifica un episodio, che secondo molti, segna una svolta fondamentale nella vita dello scrittore. Nel corso dei festeggiamenti per il matrimonio di Napoleone con Maria Luisa d’Austria, per le vie di Parigi furono fatti esplodere dei mortaretti che crearono caos ed alcuni morti e feriti. Alessandro perse di vista la moglie e temendo per la vita di lei, fu sopraffatto da una crisi di panico, dovuta ai disturbi psicologici sopraggiunti in quel periodo come la lagorofobia, cioè la paura ossessiva degli spazi aperti. Trovò rifugio in una chiesa dove miracolosamente ritrovò Enrichetta. Secondo dei suoi amici , lo scrittore sarebbe uscito credente dalla chiesa.
Ovviamente la conversione la riduciamo ad un unico episodio, quando in realtà è qualcosa di più complesso, intimo, lungo e tormentato.
Il ritorno alla fede cattolica coinvolge tutta la famiglia, infatti anche Enrichetta si converte al cattolicesimo.
Questo cambiamento spirituale coinvolge, ovviamente, anche l’attività intellettuale e letteraria, infatti Manzoni abbandona la poesia classicheggiante e si dedica alla stesura , nel 1812, degli “Inni sacri“, che apriranno la strada ad opere di orientamento romantico.
Gli Inni scarti li scrive tra il 1812 e il 1815 , previsti all’inizio in numero di dodici, per celebrare le più importanti ricorrenze dell’anno, ne scrisse solo quattro (La Resurrezione, Il nome di Maria, Il Natale , La Passione) solo nel 1822 a questi si aggiunse la Pentecoste più elaborato e complesso.
Nel 1813 la famiglia Manzoni va ad abitare in una casa acquistata a Milano e dopo poco nasce il secondogenito Pietro.
Dopo il crollo dell’Impero napoleonico, Manzoni compone opere di natura politica come: Aprile 1814, per perorare la causa dell’indipendenza.
In quegli anni M.me de Stael pubblicò il memorabile articolo “Sulla maniera e l’utilità della traduzione”, innescando aspre polemiche tra romantici e classicisti. Manzoni risponde con la pubblicazione “L’ira di Apollo” dove immagina che il dio protettore della poesia classica scenda dall’Olimpo per far vendetta ai romantici lombardi. Con quest’opera Alessandro non entra nel pieno del dibattito ma il suo impegno è decisamente romantico.
A riprova di ciò nel 1816 inizia la tragedia “Il conte di Carmagnola” che terminerà nel 1818.
Dal 1820 comincia un periodo di fervida produzione. Inizia a lavorare sulla sua seconda tragedia, Adelchi (terminata in due anni). Nel ’21 comincia la prima stesura del Fermo e Lucia, scrive poi le odi Marzo 1821(composta di getto in due giorni) e Il cinque Maggio (scritta appena saputo della morte di Napoleone a Sant’Elena).
Nel settembre del 1822 termina il Fermo e Lucia, e ne avvia la revisione.
Dal 1824 al 1827 lavora alla seconda redazione dei Promessi sposi. Nel 1827 completa la prima edizione in tre volumi, la cosiddetta ventisettana, quindi con la sua pubblicazione si può dire concluso il periodo creativo di Manzoni. Comincia sempre più a rifiutare la poesia considerandola falsità perchè andava contro il vero storico e morale.
Il 15 luglio Manzoni parte con i suoi alla volta di Firenze, per iniziare la “risciacquatura in Arno” (cioè la correzione linguistica del romanzo sulla base del parlato fiorentino, l’unica lingua che fosse comprensibile in tutta Italia.
Nella capitale toscana conosce intellettuali ai quali affiderà la revisione linguistica dei Promessi Sposi.
Nel 1828 scrive, sotto forma di lettera a Goethe, il saggio Del romanzo storico che verrà terminato nel 1831 ma pubblicato solo nel 1850.
Dal 1833 cominiano una serie di lutti per lo scrittore, muore la moglie e alcuni figli, inoltre i matrimoni delle figlie non furono felici mentre e i figli maschi condussero una vita disordinata che richiese spesso l’intervento del padre. Quattro anni dopo si sposa con Teresa Borri . Dopo altri tantissimi lutti lo sconvolgono.
Dopo il secondo matrimonio Manzoni torna al lavoro di revisione linguistica del romanzo con l’aiuto di consulenti fiorentini.
L’opera definitiva fu proposta al pubblico nel 1840 , però non ebbe il successo desiderato, nonostante ci fosse un’appendice “Storia della Colonna Infame”.
L’ultima opera conferma la sua passione per l’impegno politico, infatti pubblica nel 1848 ” Il proclama di Rimini e Marzo 1821″.
Nel 1860 è nominato senatore del regno.
Il 22 maggio 1873 Alessandro Manzoni muore a Milano per le conseguenze di una caduta. Il 29 maggio si celebrano i solenni funerali alla presenza del principe Umberto, il suo corpo viene sepolto a Milano, nel cimitero Monumentale.