Le odi civili di Manzoni nascono in un periodo in cui si succedono importanti avvenimenti politici e sociali. Poichè il poeta segue con passione le vicende politiche italiane, appena c’è la possibilità di incoraggiare, sostenere un movimento, un’azione, lo fa senza pensarci componendo qualcosa.
Già aveva sottolineato il suo pensiero in Aprile 1814, scritto a seguito al grande entusiasmo per la caduta di Napoleone e della cacciata dei francesi dall’Italia. In seguito fece lo stesso con Il proclama di Rimini scritto per sostenere l’iniziativa di Murat che richiamava alla lotta gli italiani per l’indipendenza nazionale.
Un’altra grandissima opera è stata Marzo 1821, composta alla notizia dei moti carbonari, ma dedicata anche alla speranza che l’esercito piemontese si riunisse agli insorti lombardi. Manzoni mette in risalto l’amore della patria è ciò lo si evince anche dalla dedica iniziale al patriota tedesco morto a Lipsia combattendo contro Napoleone. Al tema patriottico si unisce il tema biblico e cioè la presenza di un Dio guerriero e vendicatore che approva le guerre giuste e punisce gli oppressori, tutto ciò perchè Lui scende in aiuto dei popoli che lottano per la loro indipendenza.
C’è però da sottolineare che Marzo 1821 fu pubblicata nel 1848 durante le Cinque giornate di Milano, quando i milanesi cacciarono definitivamente gli austriaci dalla città e i piemontesi entrarono nel regno Lombardo-Veneto per dare sostegno militare all’azione.
Infine l’ultima ode da ricordare è Il cinque maggio, scritto nel luglio del1821 a seguito della notizia della morte di Napoleone, giunta al Manzoni con qualche mese di ritardo.
Quest’ode ha sia le caratteristiche epiche, ma si avvicina molto anche agli Inni sacri; infatti i fatti contemporanei sono visti nella prospettiva religiosa. In quest’opera Manzoni vive intensamente tutte le imprese di Napoleone, anche se il suo scopo è quello di sottolineare la vittoria del momento religioso su quello terreno.