La vita sulla terra risale circa tre milioni di anni fa, quando alghe e batteri erano le uniche forme di vita sul pianeta; solo seicento milioni di anni fa cominciarono a svilupparsi alcune specie di animali e piante che pian piano diedero vita a forme sempre più complesse e si ebbe quel processo chiamato evoluzione.

Prima di arrivare a formulare questo processo e cioè fino al XVIII secolo si pensava che le specie viventi fossero state create così come sono da una mente divina , questa concezione venne definita creazionismo, solo più tardi constatando che esistevano in vari luoghi della Terra specie diverse tra loro ma che potevano avere antenati comuni , si idealizzò la teoria dell’ evoluzionismo, ciò avvenne grazie al naturalista inglese Charles Darwin.

Darwin nella sua opera “L’ evoluzione della specie” affermò che le specie viventi si evolvono grazie ad una selezione naturale, quindi nel tempo gli esseri viventi si evolvono e cambiano le proprie caratteristiche per adattarsi all’ ambiente in cui vivono.

I cambiamenti sono continui perché anche gli elementi dell’ ambiente ossia il clima, il suolo, la vegetazione cambiano di continuo.

Come tutti gli esseri viventi anche l’ uomo ha subito nel tempo una propria evoluzione, Darwin fu il primo a notare una somiglianza tra gli uomini ed i primati che rappresentano un ordine di mammiferi tra cui ci sono la scimmie, proprio in questo gruppo di scimmie chiamate ominidi Darwin trovò delle affinità con l’ uomo.

Circa quattro milioni e mezzo di anni fa comparvero degli ominidi chiamati Australopitechi , essi rispetto alle scimmie precedenti camminavano in posizione eretta su due piedi, erano alti circa poco più di un metro e la posizione eretta gli garantiva di scorgere prima e più velocemente i pericoli e soprattutto le prede da mangiare, con il tempo l’ Australopiteco riuscì ad avere il pollice opponibile che gli consentì di afferrare meglio gli oggetti.

Questa capacità portò, circa due milioni di anni fa, alla selezione di un altro essere vivente l’ Homo Habilis  chiamato così perché era capace di usare le mani.

Questa specie camminava in posizione eretta, aveva un cervello più grande e sviluppato dell’ Australopiteco e fu il primo ominide ad usare le pietre come utensile, scheggiava le pietre da un solo lato creando i chopper che servivano per la caccia e per tagliare la carne avendo un bordo ben affilato.

Circa 1.800.000 anni fa fece la sua comparsa l’ Homo erectus, egli aveva una scatola cranica ancora più grande , una maggiore intelligenza rispetto ai suoi predecessori e fu il primo ominide a sviluppare una forma di linguaggio primitiva.

Si muoveva in gruppo e creò con la pietra l’ amigdala che era una pietra scheggiata su due facce molto affilata, egli fu il primo a spostarsi dall’ Africa per andare in Europa e Asia, abitava in caverne e sapeva costruire capanne .

Successivamente, circa 250.000 anni fa comparve l’ Homo sapiens, la sua forma più nota fu l’uomo di Neandertal chiamato così perché i suoi resti furono trovati nella valle di Neander in Germania.

Sapeva accendere e usare il fuoco ed era capace di ricavare indumenti dalle pellicce degli animali, era inoltre in grado di dare una sepoltura rituale ai propri defunti.

Circa 40.000 anni fa si estinse e nello stesso periodo in Europa comparve l’ Homo sapiens sapiens  e la sua forma più nota fu l’ Uomo di Cro-Magnon, egli si perfezionò nella lavorazione e uso della pietra che sapeva anche levigare, era ormai per le sue caratteristiche fisiche un uomo simile a quello moderno.

Gli storici hanno definito il lungo periodo che va dall’ homo sapiens al periodo dell’ uso della scrittura come Preistoria. Tutto ciò che gli studiosi hanno trovato come tracce  di questo lungo periodo è da attribuire a reperti materiali, e grazie ad essi hanno suddiviso tale periodo in due età :

  • Età della pietra, divisa a sua volta in paleolitico, mesolitico e neolitico
  • Età dei metalli divisa a sua volta in età del rame, bronzo e ferro.

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