Le parti del discorso in italiano sono nove, in latino sono otto perchè non esiste l’articolo, nè determinativo nè indeterminativo.

Le parti del discorso, quindi, sono quattro variabili (nome, pronome, aggettivo e verbo) e quattro invariabili (avverbio, congiunzione, preposizione ed interiezione).

Quelle invariabili, come in italiano non cambiano mai, mentre quelle variabili subiscono dei cambiamenti che si chiamano flessioni.

Le flessioni dei nomi, aggettivi e pronomi si chiamano declinazioni; quella del verbo si chiama coniugazione.

I nomi sono distribuiti in cinque declinazioni; ogni declinazione è caratterizzata dal singolare e dal plurale, ma ci sono tre generi, che sono maschile, femminile e neutro. Inoltre ogni declinazione presenta sei casi, che servono ad indicare la funzione logica (soggetto e complemento) svolta dal nome all’interno della frase.

I se casi sono : nominativo, genitivo, dativo, accusativo, vocativo ed ablativo.

I pronomi si declinano secondo il numero, genere e caso e sono pronomi: personali, riflessivi, possessivi, dimostrativi, determinativi, relativi, indefiniti, interrogativi.

    

Gli aggettivi, anche loro si declinano secondo il numero, genere e caso ma sono raggruppati in due classi. Si dividono in: qualificativi, personali, possessivi, dimostrativi, determinativi, relativi, indefiniti e interrogativi. A questi sono da aggiungere anche gli aggettivi numerali che si dividono in cardinali, ordinali e distributivi, e gli aggettivi qualificativi.

I verbi si dividono in quattro coniugazioni e hanno la forma attiva, passiva e deponente. I modi dei tempi sono otto : indicativo, congiuntivo, imperativo, infinito, gerundio, participio, gerundivo e supino. Il condizionale non è presente e la sua funzione è svolta dal congiuntivo.

Queste parti variabili del discorso sono formate da una parte fissa, chiamata radice e da una parte variabile, la desinenza.

Nella radice c’è il significato fondamentale della parola stessa. Invece la desinenza è la parte variabile che indica la funzione logica che la parola ha nella frase.

Per esempio nella parola rosam in rosso c’è la radice che ci indica la parola da cui deriva, invece in blu toviamo la desinenza che ci fa capire il numero, il genere e il caso.

Vedi programma di latino