Sul nostro pianeta ci sono tantissime varietà di organismi, per dirla meglio una grande biodiversità. Fin dal passato la Terra è stata abitata da molte forme di vita. Questo lo possiamo dire grazie allo studio di geologi e paleontologi; i primi studiano la composizione e le modifiche che ha subito la Terra, invece i secondi studiano i fossili, cioè i resti e le impronte di organismi vissuti in epoche passate.
Gli organismi si trasformano in fossili grazie a un processo chiamato fossilizzazione che è un processo chimico, fisico e biologico che si realizza in determinate condizioni; nella maggior parte dei casi dopo la morte, le piante e gli animali vanno incontro a decomposizione o vengono consumati da altri organismi, quindi i fossili si formano solo quando i resti degli organismi sono ricoperti da sedimenti come sabbia e argilla che li proteggono dalla decomposizione , dagli agenti atmosferici e dall’erosione , quindi con il passare del tempo subiscono un processo di mineralizzazione e si trasformano in rocce compatte.
I paleontologi sono in grado di disporre i fossili in una successione temporale, infatti si nota che gli organismi sono comparsi in una sequenza temporale e che la loro complessità è aumentata progressivamente: i più antichi sono gli organismi procarioti risalenti a circa 3,5 miliardi di anni fa, invece i primi eucarioti risalgono a 2 miliardi di anni fa, mentre gli animali pluricellulari a circa 800 milioni di anni fa . Inoltre tra le differenti classi di vertebrati i più antichi sono i pesci, seguiti dagli anfibi, dai rettili e infine uccelli e mammiferi. Si può notare come tra le specie attualmente viventi e organismi del passato vi sono alcune caratteristiche intermedie
Poichè nel corso dei millenni , il nostro pianeta ha subito grandissime modificazioni ambientali, quindi eruzioni vulcaniche, glaciazioni, terremoti ed altro, molte specie animali o vegetali si sono estinte mentre altre nuove si sono sviluppate. La selezione naturale ha provocato moltissimi cambiamenti delle specie viventi nel corso dei millenni e quindi tutto ciò ha portato alla nascita di nuove specie viventi , a ciò si dà il nome di evoluzione biologica.
Fin all’inizio del 1800 vi era la convinzione che ogni specie sulla Terra fosse stata creata da Dio e che fosse rimasta sempre uguale nel tempo . Tale teoria era chiamata creazionismo dove la formazione del nostro pianeta era fatta risalire a circa 6000 anni fa.
Questo modo di concepire le specie come fisse e immutabili viene definito fissismo , si riteneva persino che i fossili fossero dei sassi di forma strana o persino organismi imperfetti scartati al momento della creazione.
Contestare il creazionismo era considerata un’eresia, quindi molti scienziati rinunciavano alle loro intuizioni per non essere scomunicati. Ma verso la seconda metà del diciottesimo secolo alcuni scienziati famosi cambiarono le cose, essi sono Carlo Linneo e Georges Buffon.
Linneo è l’artefice del sistema di classificazione degli organismi viventi, invece Buffon è uno dei tanti che non riuscì a diffondere le proprie idee perchè minacciato di scomunica; a lui si devono importanti osservazioni sulle somiglianze di organismo di specie diversa come esseri umani e scimmie.
Dopo una spedizione in Africa, nelle Americhe e nel Pacifico il creazionismo cominciò ad essere messo in discussione perchè cominciavano ad arrivare notizie di specie viventi non citate nella Bibbia, inoltre i geologi cominciavano a dare per sicuro che la Terra fosse nata più di 6000 anni prima.
Tra gli studiosi vi fu anche il paleontologo Cuvier che riuscì a conciliare religione e nuove scoperte geologiche, infatti lui spiegò l’esistenza di diversi tipi di fossili disposti in vari strati sedimentari introducendo così la teoria delle catastrofi o catastrofismo. Secondo questa teoria catastrofi naturali avrebbero spopolato intere regioni facendo scomparire alcune specie che poi sono state sostituite da delle altre, probabilmente provenienti da zone vicine. Questa teoria non ebbe molto credito.
Venne messa in discussione quando il geologo Charles Lyell affermò che tutti i cambiamenti geologici che sono avvenuti sulla Terra erano dovute a trasformazioni lente e costanti. Tutto faceva pensare ad un mondo in piena evoluzione, quindi erano gettate le basi della teoria dell’evoluzione.
Il primo a proporre una teoria sull’evoluzione fu Jean- Baptiste Lamark . Il suo pensiero si basava sul principio dell’uso e non uso e cioè sul fatto che le parti di un organismo che vengono più usate tendono a svilupparsi maggiormente mentre quelle non usate tendono a scomparire e tali modifiche vengono poi trasmesse per ereditarietà dai genitori ai figli secondo la legge dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti.
Secondo il naturalista francese il collo delle giraffe era l’esempio lampante per la sua teoria. Questi animali vivendo in un ambiente in cui non vie era erba al suolo, erano costretti a cibarsi delle foglie degli alberi, quindi dovevano sforzarsi sempre di più per raggiungere rami più alti e quindi ciò ha determinato l’allungamento del collo che poi per ereditarietà si è trasmesso. Questa teoria faceva acqua, se così fosse, il figlio di un culturista dovrebbe nascere con i muscoli e se tagliassimo la coda ad un gatto il figlio dovrebbe nascere senza coda. Ovviamente oggi sappiamo che solo i caratteri scritti sui geni possono essere ereditati.
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