Alla fine dell’Ottocento l’Italia conobbe un grande sviluppo industriale grazie soprattutto alle scelte della Sinistra storica, la politica protezionista, quindi l’aumento dei dazi per le merce importate portò alle industrie ad avere meno concorrenza. Importanti furono gli investimenti francesi e tedeschi e la fondazione della Banca d’Italia nel 1893, che si occupava dell’emissione delle monete e controllava che i risparmiatori non subissero truffe.
I settori che conobbero un maggiore sviluppo furono quello agroalimentare, siderurgico, idroelettrico e meccanico. Però la maggior parte delle industrie erano situate nel Nord Italia. Questa zona di maggiore sviluppo industriale la chiamarono il triangolo industriale, formato da Milano, Genova e Torino.
Lo sviluppo dell’industria elettrica permise all’Italia di prodursi autonomamente l’energia necessaria per il mantenimento delle industrie senza doverla acquistare dall’estero. Questa maggiore disponibilità di energia elettrica permise l’illuminazione delle strade e lo sviluppo dei tram.
Lo sviluppo economico però non contribuì a far uscire la maggior parte della popolazione da una grave condizione di povertà. Questo perchè lo sviluppo economico coinvolse il Nord-ovest d’Italia, ma anche le condizioni di coloro che lavoravano in questi luoghi non erano buone in quanto erano costretti a lavorare per moltissime ore con salari bassi. Quindi tutto ciò comporto una forte emigrazione verso l’America e i Paesi europei.
Il fatto che aumentarono i dazi doganali si ebbe un forte aumento del prezzo dei beni di prima necessità come il pane. Infatti l’Italia non produceva tutto il cereale di cui aveva bisogno e per questo lo importava, ovviamente di conseguenza maggiore era il costo dei cereali, maggiore quello del pane.
I proprietari che producevano anche per esportare vennero danneggiati perchè era molto difficile vendere prodotti italiani all’estero.
Gli operai delle industrie e i contadini delle campagne cominciarono ad organizzarsi in sindacati per far valere i loro diritti. Una delle richieste più importanti era la giornata lavorativa di otto ore.
La vita nelle grandi città divenne sempre peggio per i più poveri. I sindacati proclamarono scioperi a cui parteciparono migliaia di lavoratori.
La rivolta più grave fu quella del 1898 a Milano dove lo Stato mobilitò l’esercito comandato da Fiorenzo Bava Beccaria che fece sparare i cannoni contro la folla provocando una strage. Anche i provvedimenti repressivi presi dal governo risultarono inefficaci e quindi si venne a creare una dura opposizione in parlamento che portò il re Umberto I a scioglierlo e convocare nuove elezioni politiche che nel 1900 portarono alla vittoria della Sinistra.
Programma di Storia di terza media