In Asia nei primi secoli dell’età moderna i Paesi europei avevano occupato solo zone sulle coste per il commercio dei prodotti locali e poi la maggior parte dei territori erano nelle mani delle compagnie, invece nel corso del diciannovesimo secolo il governo delle colonie passò nelle mani degli stati europei, quindi il dominio assunse un valore non solo economico ma anche politico.
Tra i paesi asiatici l’India era all’inizio dell’Ottocento sotto il dominio della Compagnia inglese delle Indie orientali ma dal 1858 questi territori li trasformarono in un impero coloniale dove nel 1876 la regina Vittoria fu proclamata imperatrice. L’importanza economica e politica di questa terra era tale che fu chiamata ” la perla dell’Impero britannico“.
Gli inglesi attuarono grande trasformazioni in India; costruirono impianti d’irrigazione, porti e un’estesa ferrovia. Inoltre incrementarono la produzione del cotone ma allo stesso tempo cominciarono ad attuare una politica economica diversa. Il cotone lo importavano in Inghilterra in modo da trasformarlo nelle fabbriche inglesi perchè la manodopera indiana era più costosa. Una volta prodotte le stoffe le importavano in India provocando una maggiore disoccupazione e povertà visto che gli artigiani non vendevano più e poi i contadini erano costretti a produrre ciò che serviva alla madrepatria e a venderlo a prezzi molto bassi.
Per quanto riguarda la Cina la situazione era differente perchè in passato la civiltà cinese era stata più avanzata di quella europea. La crisi vera e propria dell’Impero cinese fu causata oltre da problemi sociali ed economici interni ma soprattutto dal commercio dell’oppio. Il consumo di questa droga in Cina era proibito ma gli inglesi, che avevano il controllo della produzione di questa droga, la vendevano in modo illegale; milioni di cinesi divennero tossicodipendenti e a quel punto il governo cinese cominciò a limitarne il commercio con l’estero e attaccare chi facesse questo tipo di mercato.
Il governo britannico rispose con la guerra chiamata appunto “ guerra dell’oppio” che durò dal 1839 al 1842 e terminò con la sconfitta della Cina che dovette scendere a compromessi con gli inglesi; dovette consegnare il porto di Hong Kong e consentire la loro presenza nei mercati cinesi.
A causa della guerra dell’oppio l’economia della Cina era quasi tutta nelle mani delle potenze straniere. Il popolo non era d’accordo a questa sottomissione infatti organizzarono molte rivolte che furono duramente represse. Quindi nel 1912 ci fu la caduta dell’Impero cinese e la nascita della repubblica.
L’Asia centrale e la siberia ebbero un destino diverso, infatti divennero colonie della Russia che con il tempo fece costruire la linea ferroviaria Transiberiana che collegava I paesi asiatici con San Pietroburgo.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti d’America all’inizio non volevano entrare in questa corsa coloniale , ma ad un certo punto per un prestigio economico divenne indispensabile iniziare una politica espansionistica. Fecero una guerra contro la Spagna nel 1898 per difendere i ribelli cubani che volevano l’indipendenza dalla Spagna. Gli Stati Uniti ebbero la meglio e Cuba come anche altre colonie spagnole divennero invece degli Stati Uniti. Essi intervennero anche nella rivolta di Panama avendo la meglio e riuscendo poi ad ottenere il controllo intorno al canale di Panama.
Infine vi è il Giappone che ha sempre avuto un ruolo strategico perchè vicino alla Cina e alla Russia. All’inizio era isolata da tutto ciò e non subì il dominio delle potenze europee. Anzi trasformò la loro economia rendendola simile a quella europea, chiamarono esperti dall’Europa per costruire ferrovie, organizzarono un esercito moderno e capace di sconfiggere e conquistare alcuni suoi territori quindi anche il Giappone era entrato nella scena per la corsa imperialistica.
Programma di Storia di terza media