Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale l’Italia si dichiarò neutrale nonostante fosse legata dalla Triplice Alleanza con Germania ed Austria. Questo perchè l’alleanza prevedeva l’intervento in caso di attacco nemico ma visto che era stata l’Austria ad attaccare la Serbia l’Italia potette astenersi a partecipare visto che non era pronta a sostenere una guerra.
Però all’interno del Paese si crearono due schieramenti contrapposti e cioè gli interventisti che appunto credevano che l’Italia dovesse partecipare alla guerra . A questo schieramento facevano parte i nazionalisti che volevano approfittare della situazione e dichiarare guerra all’Austria per riottenere Trieste e Trento. Inoltre c’erano i socialisti rivoluzionari che vedevano nella guerra la tanto auspicata rivoluzione del proletariato, i conservatori e i repubblicani. Tra questo schieramento e soprattutto tra i nazionalisti cominciava a farsi avanti l’idea che la guerra avrebbe fatto emergere la parte migliore della popolazione eliminando i più deboli. Tutto ciò perchè partivano dal presupposto che gli uomini non fossero tutti uguali e che una parte della popolazione avesse il diritto di dominare sull’altra.
Nell’altro schieramento c’erano i neutralisti che erano mossi da differenti motivazioni, infatti c’erano i cattolici che ovviamente si rifacevano ai principi della non violenza della religione cattolica, poi c’erano i socialisti riformatori che erano da sempre contro la guerra perchè animati da uno spirito di fratellanza e poi ritenevano che essa sarebbe andata solo a discapito della parte della popolazione più povera e infine c’erano i liberali giolittiani che erano consapevoli che l’Italia fosse impreparata a sostenere una guerra.
Programma di Storia di terza media