Ugo Foscolo nacque a Zacinto, isola greca, nel 1778 e morì a Londra nel 1827.
Essendo di origini greche sviluppò un grande amore per la cultura classica, ma nello stesso tempo poichè era uno spirito irrequieto sentì anche tanto coinvolgimento dagli ideali di libertà della Rivoluzione francese. Divenne un grande sostenitore ed ammiratore di Napoleone, ma dopo qualche anno ne rimase deluso a causa di alcune sue decisioni per lui sbagliate. Girò per molti paesi italiani ed europei, fino a morire a Londra.
Aveva un carattere ombroso e chiuso che non lo portò ad instaurare rapporti anche con gli altri intellettuali. Ma il suo carattere lo rese un vero Romantico, in quanto era un ribelle, instabile, appassionato e con sentimenti divisi tra la cultura classica e il desiderio di essere al passo con i tempi.
Scrisse sia in prosa che in poesia. Una delle sue opere in prosa più famose fu “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”, un romanzo epistolare in cui viene fuori tutto il carattere sentimentale di Foscolo. Il romanzo parla della triste storia d’amore di Jacopo il protagonista, il quale a causa delle tante delusioni e sofferenze si suicida. E proprio in questo romanzo si sente la forte influenza delle idee romantiche, infatti Foscolo mette in risalto i sentimenti e l’interiorità dei personaggi.
Altre opere molto importanti ma in poesia sono: i dodici sonetti, ( i tre più famosi sono A Zacinto, Alla sera, In morte del fratello Giovanni) le Odi , il poemetto Le Grazie, il celebre carme intitolato Dei Sepolcri (Foscolo non crede in Dio ma in questa poesia afferma che il sepolcro è l’unico modo per rimanere in contatto con chi non c’è più).
I Sepolcri diventano un inno alla letteratura e alla poesia, infatti, alla fine della poesia lui afferma che ciò che permette di raggiungere l’immortalità è la poesia.