Umberto Saba nacque a Trieste nel 1883 , che allora era una città dell’Impero austro-ungarico. Il padre, abbandonò la famiglia e il poeta lo conobbe solo da grande. Visse con la madre che era ebrea ed aveva un carattere autoritario, ma la donna sofferente per questo abbandono lasciò spesso il figlio alle cure della fidata balia, che spesso compare nelle liriche del poeta.Il poeta era molto affezionato alla danno, infatti usò il cognome della donna Saba per firmare le sue opere, quindi abbandonò il cognome del padre Poli.
Non seguì gli studi regolari, a causa anche della sua adolescenza movimentata, proprio per questo sviluppò un carattere introverso con la tendenza alla depressione.
Sposò Carolina Wolfler (Lina) con il rito ebraico, da lei ebbe una figlia e fu il suo punto di appoggio per tutta la vita.
Dopo la prima guerra mondiale raggiunse un po’ di tranquillità aprendosi una libreria antiquaria, e in questo periodo pubblicò il suo primo libro di poesie , Il Canzoniere, una grande raccolta autobiografica e d’introspezione psicologica.
Negli anni del fascismo e delle leggi razziali contro gli ebrei, fu costretto a vendere la libreria e rifugiarsi all’estero. Morì a Gorizia nel 1957, un anno dopo la morte dell’amata moglie.
Saba usava nelle sue poesie un linguaggio semplice e chiaro, ricco di parole comuni.
Anche la metrica è quella classica, si allontana dalle mode sperimentali che lo avevano preceduto. Lui stesso dichiara di fare poesia in modo onesto, nel senso che non cerca di essere originale, ma vuole esprimere in modo semplice i propri sentimenti e sofferenze. Infatti, tocca tematiche autobiografiche che riguardano la sua infanzia, affetti quotidiani, i sentimenti degli uomini ecc.
Alcune delle sue poesie sono Amai, La capra, Frutta erbaggi, Trieste, Goal, Ulisse ecc.
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